Un addio commosso e colorato
Il 7 gennaio, la basilica di Sant’Ambrogio a Milano ha ospitato il funerale di Rosita Missoni, la stilista varesina scomparsa il primo gennaio all’età di 93 anni. La chiesa era gremita di familiari, amici e personalità del mondo della moda, riuniti per un ultimo saluto a una delle figure più importanti del panorama italiano.
Sulla semplice bara di legno, i disegni e le dediche dei nipoti, realizzati nella casa di Sumirago nei giorni precedenti le esequie, mentre la nonna riposava nella sua amata serra. Il feretro era un tripudio di colori e fantasia, con funghetti, sirene, onde e cuori, a testimonianza dell’amore e dell’affetto che circondavano Rosita. Anche l’alberello all’ingresso della cattedrale era adornato di cuori, lasciati dai dipendenti dell’azienda fondata da Rosita e suo marito Ottavio.
Tra le corone floreali inviate da colleghi come Giorgio Armani, Renzo Rosso e Lavinia Biagiotti, spiccavano rose e gigli, poste tra i gonfaloni di Regione Lombardia, dei comuni di Varese e Sumirago e dell’associazione italiana Pola e Istria.
Un’icona di stile e di umanità
Il presidente di Camera Moda, Carlo Capasa, ha ricordato Rosita Missoni come “una delle prime donne forti italiane, che ha aperto la strada femminile nella moda”. “Era una persona di grande umanità, in grado di interagire con tutti”, ha aggiunto Capasa, sottolineando la sua generosità e il suo affetto per le persone.
Anche la figlia Angela e i nipoti hanno condiviso commoventi ricordi della loro amata Rosita. Angela ha sottolineato l’immenso patrimonio che la madre ha lasciato al mondo, mentre Margherita l’ha definita “una grande maestra”, audace e appassionata, che ha creato un nuovo modo di “ricevere, vestire, fare famiglia” in modo accogliente e aperto.
Michelangelo, un altro nipote, ha ricordato un aneddoto che rivela la positività e l’ottimismo di Rosita: “Quando cercavamo quadrifogli in giardino, lei ne trovava sempre tre o quattro, mentre io nessuno. Quando le chiedevo come facesse, lei mi rispondeva che nella vita la fortuna te la devi cercare”.
Un’eredità di bellezza e di amore
Monsignor Dellavite, che ha celebrato la funzione insieme a monsignor Faccendini, abate di Sant’Ambrogio, ha paragonato Rosita a una rosa: “Incanta per i suoi colori, colpisce per la delicatezza, riempie lo spazio di eleganza, consegna un messaggio d’amore, porta con dignità le sue spine, rende presente l’invisibile”.
L’addio a Rosita Missoni è stato sigillato dalle note di Over the Rainbow, suonate dal vivo all’uscita dalla cattedrale, un augurio di speranza e di serenità per il suo viaggio verso il paradiso.
Un’eredità che va oltre la moda
La scomparsa di Rosita Missoni non è solo una perdita per il mondo della moda, ma per l’intera società. La sua vita è stata un esempio di creatività, passione e umanità. Il suo lavoro ha contribuito a definire lo stile italiano e la sua personalità ha ispirato generazioni di donne e di uomini. La sua eredità va oltre la moda, e continuerà a vivere nel cuore di chi l’ha conosciuta e amata.