Un maxi taglio per il Pd di Bologna
Il Partito Democratico a Bologna si prepara a un drastico ridimensionamento della propria presenza sul territorio. Come riportato dal Corriere di Bologna, il partito è pronto a chiudere quasi la metà delle proprie sedi in città e provincia, un provvedimento che colpirebbe alcuni dei circoli storici più importanti. Tra le sedi a rischio chiusura, il circolo Galvani, dove era iscritto Romano Prodi e dove mosse i primi passi Elly Schlein, e il Passepartout, uno dei circoli più attivi della città, situato in via Galliera e noto per le sue numerose iniziative.
Le cause del ridimensionamento
La decisione di chiudere le sedi è dovuta alla grave situazione finanziaria del Pd a Bologna. Il partito ha accumulato un debito di circa 4 milioni di euro con la Fondazione Duemilia, ente che gestisce il patrimonio immobiliare ereditato dal Pci. La Fondazione Duemilia, nata quasi vent’anni fa con la nascita del Pd, ha ereditato il patrimonio immobiliare del Pci, che a Bologna e in Emilia-Romagna è particolarmente corposo. Le sedi sono state affittate al Pd, ma con il ridimensionamento del finanziamento pubblico ai partiti, il Pd non ha più avuto i soldi per pagare gli affitti.
La reazione della base
La notizia della chiusura delle sedi ha suscitato un’ondata di proteste da parte della base degli iscritti. I segretari dei circoli chiedono un incontro con la Fondazione Duemilia per cercare di salvare il patrimonio della politica bolognese.
Il futuro del Pd a Bologna
La chiusura di quasi la metà delle sedi del Pd a Bologna è un segnale preoccupante per il futuro del partito in città. La decisione è comprensibile, data la grave situazione finanziaria, ma rischia di allontanare gli iscritti e di indebolire la presenza del partito sul territorio. La base degli iscritti, che si è già dimostrata in rivolta, potrebbe decidere di abbandonare il partito se non si troverà una soluzione per salvare le sedi.