Meloni: “Non sono debole, chiedo rispetto, non sono una questione di forma”
La premier Giorgia Meloni, ospite di Agorà su Rai3, ha ribadito la sua posizione sullo scontro con il governatore della Campania Vincenzo De Luca, affermando che non le interessa il genere grammaticale ma la sostanza. “A me non frega assolutamente nulla di come mi chiamano, come si sa io preferisco che mi chiamino Giorgia. Il presidente o la presidente, il prefetto o la prefetta, il capotreno o la capatrena, è una questione di forma. Io pongo una questione di sostanza: si deve smettere di insultare le donne pensando che siano deboli”, ha detto la Meloni.
La premier ha aggiunto: “Noi deboli non siamo, ci sappiamo difendere, ci vogliamo difendere, chiediamo lo stesso rispetto che riconosciamo agli altri. E’ una questione di sostanza questa, non è una questione di forma. Mi si può chiamare come si vuole ma non sono una persona che sta in silenzio quando viene insultata”.
Lo scontro con De Luca
Lo scontro tra la Meloni e De Luca è iniziato dopo che il governatore campano ha definito la premier “una ragazzina che non ha capito niente”. La Meloni ha replicato definendo De Luca “un maschilista” e chiedendo rispetto per le donne.
Il caso ha riacceso il dibattito sul linguaggio politico e sul rispetto delle donne in politica.
Riflessioni sulla questione
Il caso Meloni-De Luca evidenzia un problema di fondo nella società italiana: la difficoltà di riconoscere alle donne un ruolo di potere e di leadership senza ricorrere a stereotipi o a forme di discriminazione. La premier ha ragione nel rivendicare il rispetto che ogni persona merita, indipendentemente dal suo genere. È importante che il dibattito pubblico sia sempre improntato al rispetto e alla dignità, e che le donne non siano oggetto di attacchi personali o di discriminazioni. Il rispetto reciproco è un valore fondamentale per una società democratica e civile.