Il carcere ‘El Infiernito’ sotto il controllo della banda ‘Barrio 18’
La prigione di ‘El Infiernito’, in Guatemala, è stata recentemente riconquistata dalle autorità locali, che hanno trasferito altrove i 225 detenuti, tutti membri della banda criminale ‘Barrio 18’. Il carcere era diventato un vero e proprio feudo della banda, con i detenuti che godevano di condizioni di vita lussuose, al limite dell’inverosimile.
Un ‘call center’ e animali selvatici: il regno dei detenuti
Le immagini diffuse dalle autorità mostrano un carcere che poco ha a che fare con l’idea di un luogo di detenzione. I detenuti disponevano di aria condizionata, televisori e frigoriferi, oltre a una piscina con coccodrilli. Tra gli animali trovati all’interno, anche polli e galline. In una precedente perquisizione, era stato smantellato un ‘call center’ attrezzato con telefoni cellulari e connessioni internet.
La reazione delle autorità: un problema serio e la promessa di un futuro più sicuro
Il ministro degli Interni, Francisco Jiménez, ha definito la situazione ‘un problema molto serio’, sottolineando la totale mancanza di controllo che si è verificata all’interno del carcere. Jiménez ha annunciato che ‘El Infiernito’ verrà ristrutturato e trasformato in un carcere di massima sicurezza, garantendo che ‘sono carceri, non luoghi di vacanza’.
La necessità di una riforma carceraria
La vicenda di ‘El Infiernito’ evidenzia la necessità urgente di una riforma del sistema carcerario in Guatemala. La mancanza di controllo e la presenza di lusso e comodità all’interno del carcere sono sintomi di un sistema fallimentare, che non riesce a garantire la sicurezza e la giustizia. La ristrutturazione del carcere è un passo importante, ma è fondamentale un intervento a livello sistemico per affrontare le cause profonde di questa situazione.