Il ricordo di una tragedia
Il 23 dicembre 1984, il Rapido 904, un treno partito da Napoli e diretto a Milano, fu teatro di un tragico attentato terroristico. Un ordigno, sistemato nella nona carrozza del convoglio, esplose con una carica radiocomandata mentre il treno percorreva i 18 chilometri della galleria Direttissima sull’Appennino tosco-emiliano. La deflagrazione provocò la morte di 16 persone e il ferimento di 267, molti in gravi condizioni. La strage, avvenuta dieci anni dopo l’attentato dell’Italicus del 1974, ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva.
A San Benedetto Val di Sambro, dove si verificò l’attentato, si è tenuta una cerimonia commemorativa per ricordare le vittime e onorare il coraggio di chi intervenne per salvarle. Tra i presenti, soccorritori dell’epoca e persone rimaste ferite nell’attentato. Il controllore Gian Claudio Bianconcini, al suo ultimo viaggio in servizio, fu il primo a chiamare i soccorsi, che ebbero difficoltà a raggiungere il luogo dell’esplosione a causa del fumo e dei danni alla linea elettrica.
Paolo Vandelli, ex ferroviere, ha raccontato la sua esperienza: “Fortunatamente dalla nostra parte non c’era fumo”, ha ricordato, descrivendo come lui e alcuni colleghi salissero su un carrello per raggiungere il punto dell’attentato, caricando a bordo anche i vigili del fuoco. “Poi cominciammo a portare fuori i feriti. Ancora oggi, a distanza di quarant’anni, alcuni di noi fanno fatica a parlare di quell’evento”.
Un monito per il futuro
Il sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Alessandro Santoni, ha sottolineato l’importanza di ricordare questo evento non solo per rendere omaggio alle vittime e alle loro famiglie, ma anche per trasmettere ai giovani i valori di pace, giustizia e democrazia. “Questi accadimenti, anche quelli recenti, ci dimostrano che la pace, la giustizia e la democrazia, anche quando vengono conquistate, non lo sono per sempre”, ha affermato. “È importante essere qui non solo per un giusto e importante riconoscimento nei confronti delle vittime e delle loro famiglie, ma anche per far crescere i nostri figli e i nostri nipoti con i giusti principi”.
La strage del Rapido 904 rappresenta un doloroso monito sulla fragilità della pace e sulla necessità di difendere i valori democratici. La memoria di questa tragedia deve essere un faro per le future generazioni, un invito a costruire un futuro basato sulla convivenza pacifica e sul rispetto dei diritti umani.
Riflessioni sulla memoria e la pace
La commemorazione della strage del Rapido 904 è un’occasione importante per riflettere sul valore della memoria e sulla necessità di costruire un futuro di pace e di giustizia. La tragedia di San Benedetto Val di Sambro ci ricorda che la violenza non è mai la soluzione e che la lotta per la pace è un impegno costante. Il ricordo di questa strage deve essere un monito per le future generazioni, un invito a costruire un mondo in cui la violenza non abbia più spazio.