La Procura di Lecce apre un’inchiesta
La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta per fare luce sulla morte di Piero Perulli, un musicista leccese di 48 anni, deceduto lo scorso 16 settembre presso il Dea Fazzi. La decisione è scaturita da un esposto-querela presentato dalle due sorelle e dalla madre del musicista, assistite dall’avvocatessa Mariangela Calò. Nel documento, la famiglia chiede la riesumazione della salma per effettuare accertamenti autoptici e istologici al fine di chiarire se il decesso sia stato in qualche modo indotto dai trattamenti medici ricevuti dal musicista.
I dubbi della famiglia
La famiglia di Perulli nutre forti dubbi sull’assistenza medica ricevuta dal musicista, soprattutto in relazione ai protocolli e ai trattamenti diagnostici compiuti con anestesia negli ospedali di Gallipoli e Lecce. Secondo la famiglia, le terapie potrebbero aver inciso negativamente su un corpo già provato da una grave patologia e da un percorso di chemioterapia. Il calvario di Perulli sarebbe iniziato nel 2023, aggravandosi alla fine di agosto con la diagnosi di una sospetta meningite che lo ha portato al ricovero nell’ospedale di Gallipoli. Qui, dopo alcuni giorni in isolamento, durante i quali – secondo l’esposto – non avrebbe ricevuto cure adeguate, Perulli è stato sottoposto a due interventi di prelievo di midollo. Dimesso, le sue condizioni sono peggiorate, portandolo a un nuovo ricovero, questa volta al Dea Fazzi di Lecce, dove è stato sottoposto ad altri accertamenti diagnostici, tra cui un’angiotac il 16 settembre, giorno della sua morte.
L’esposto-querela
L’esposto-querela presentato dalla famiglia di Perulli è un atto importante che solleva seri interrogativi sulla qualità dell’assistenza medica ricevuta dal musicista. La famiglia chiede di fare chiarezza sulle cause del decesso, sospettando che i trattamenti medici potrebbero aver avuto un ruolo determinante. La Procura di Lecce ha il compito di indagare su queste accuse, raccogliendo tutte le prove necessarie per stabilire la verità.
La necessità di chiarezza
La vicenda di Piero Perulli pone in evidenza la necessità di chiarezza e trasparenza nell’ambito dell’assistenza medica. È fondamentale che le famiglie dei pazienti possano avere fiducia nel sistema sanitario e che eventuali errori medici vengano individuati e sanzionati. L’inchiesta della Procura di Lecce è un passo importante in questa direzione.