Salvini non esclude un ritorno al Viminale
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha lasciato aperta la porta a un possibile ritorno al Viminale, dopo l’assoluzione nel processo Open Arms. In una dichiarazione rilasciata a Milano, Salvini ha affermato di “stare bene dove sta” ma ha anche aggiunto che “parlerò con Giorgia e con Matteo”, riferendosi rispettivamente alla premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Salvini ha sottolineato la sua amicizia e fiducia in Piantedosi, definendolo “un amico, una persona che ha la mia amicizia e la mia fiducia”. Ha poi aggiunto che “sicuramente occuparsi della sicurezza, del futuro, della tranquillità e della serenità di milioni di italiani è qualcosa di bello a cui tutti non potrebbero che ambire”.
Il ministro ha anche menzionato l’assenza di un alibi che in passato impediva la sua nomina al Viminale: “se qualcuno in passato poteva dire ‘Salvini non può andare agli Interni perché c’è un processo in corso sulla sua condotta da ministro’, adesso questo alibi non c’è più”.
Il futuro di Salvini: un’apertura al dialogo
Le parole di Salvini aprono a una possibile ridiscussione del ruolo all’interno del governo Meloni. Sebbene il ministro abbia affermato di “stare bene dove sto”, l’apertura al dialogo con la premier e con Piantedosi suggerisce una possibile rivalutazione del suo ruolo futuro.
La dichiarazione di Salvini ribadisce l’importanza della coesione all’interno della squadra di governo: “questo governo è una squadra di amici e quindi vedremo”.
L’incertezza politica e il futuro di Salvini
L’affermazione di Salvini di “stare bene dove sta” ma di essere aperto a una discussione con la premier e con il ministro dell’Interno, suggerisce una situazione di incertezza politica. Non è chiaro se Salvini stia effettivamente cercando un ritorno al Viminale o se stia semplicemente mantenendo aperte le opzioni. La sua esperienza e il suo peso politico potrebbero essere un fattore decisivo per la premier Meloni, ma la decisione finale dipenderà da una serie di fattori, tra cui la stabilità del governo e le dinamiche interne alla coalizione.