L’appello di Descalzi: transizione energetica sì, ma con il coinvolgimento del capitale privato
La transizione energetica è un processo fondamentale per il futuro del nostro pianeta, ma richiede un approccio pragmatico e realistico. Questa è la posizione di Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, che in un’intervista a “In Mezz’ora” su Rai 3 ha sottolineato l’importanza di coinvolgere il capitale privato per finanziare la transizione energetica. Secondo Descalzi, l’Europa non può permettersi di finanziare la transizione energetica esclusivamente con i sussidi pubblici. “L’Europa non ha neppure il margine fiscale” per questo tipo di investimento, ha affermato, aggiungendo che “i sussidi atrofizzano la capacità imprenditoriale e d’impresa”.
Un approccio pragmatico per affrontare la transizione energetica
L’amministratore delegato di Eni ha invitato l’Europa ad adottare un approccio pragmatico, ispirandosi al modello anglosassone. “Dobbiamo acquisire quel pragmatismo che hanno gli anglosassoni”, ha detto, “levandoci ogni tipo di dogma e ideologia”. Descalzi ha sottolineato che l’Europa deve guardare al futuro senza dimenticare il presente, e che non può permettersi di rimanere indietro rispetto ad altre potenze mondiali.
La fiducia di Descalzi nel futuro dell’Europa
Nonostante le sfide che l’Europa sta affrontando, Descalzi ha espresso fiducia nel futuro del continente. “Come italiano ed europeo non mi piace pensare che abbiamo già perso e che dobbiamo andare in panchina e sugli spalti a guardare gli altri”, ha detto. L’amministratore delegato di Eni ha sottolineato che l’Europa ha ancora le carte in regola per essere protagonista della transizione energetica, ma deve adottare un approccio pragmatico e realistico, che tenga conto delle sfide economiche e finanziarie che il continente sta affrontando.
La necessità di un equilibrio tra sostenibilità e competitività
Le parole di Descalzi mettono in luce la complessa sfida che l’Europa si trova ad affrontare: la transizione energetica è un imperativo, ma deve essere realizzata in modo sostenibile dal punto di vista economico e competitivo. Il rischio di affidarsi esclusivamente ai sussidi pubblici è quello di creare una dipendenza che potrebbe indebolire la capacità di innovazione e competitività dell’Europa nel lungo periodo. L’approccio pragmatico, che prevede il coinvolgimento del capitale privato, potrebbe essere una soluzione per conciliare le esigenze di sostenibilità con quelle di competitività, garantendo un futuro sostenibile per l’Europa.