Un viaggio nel tempo attraverso i minerali del Mediterraneo
Un gruppo di ricerca internazionale, guidato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ha scoperto che gli antichi minerali formati durante l’evaporazione del Mar Mediterraneo, circa sei milioni di anni fa, potrebbero contenere preziose informazioni sui raggi cosmici che hanno bombardato la Terra in quel periodo. Questi minerali, conosciuti come evaporiti e composti principalmente da gesso e salgemma, si sono formati quando lo Stretto di Gibilterra si è chiuso, causando un’evaporazione parziale del Mediterraneo.
Durante questo periodo di siccità, i cristalli delle evaporiti sono stati esposti all’aria o a uno strato d’acqua molto sottile, subendo un continuo bombardamento da parte dei raggi cosmici. Analizzando le lesioni presenti in questi minerali, gli scienziati potrebbero essere in grado di ricostruire il flusso di raggi cosmici di quel periodo, aprendo una finestra sul passato dell’universo.
Alla ricerca di tracce di supernovae
Uno degli obiettivi principali di questa ricerca è la possibilità di identificare tracce di un evento cataclismatico, come l’esplosione di una supernova, avvenuta a una distanza relativamente vicina alla Terra, entro un centinaio di anni luce. L’analisi delle lesioni sui cristalli potrebbe fornire prove di un aumento improvviso del flusso di raggi cosmici, che potrebbe essere associato a un evento di questo tipo.
Secondo Lorenzo Caccianiga, ricercatore INFN e primo autore dello studio, “sarebbe interessante effettuare queste misure prelevando campioni di questi minerali nelle profondità del Mediterraneo”.
Un’indagine su eventi catastrofici e estinzioni di massa
L’interesse di questa ricerca non si limita allo studio dei raggi cosmici del passato. Gli scienziati ipotizzano che l’analisi di minerali esposti ai raggi cosmici durante le estinzioni di massa potrebbe fornire informazioni preziose per testare alcune teorie che le attribuiscono a eventi catastrofici, come le esplosioni di supernova nelle vicinanze del nostro pianeta.
Caccianiga aggiunge: “Potrebbe emergere perfino che un elevato flusso di raggi cosmici abbia avuto un ruolo cruciale nelle estinzioni”.
Un’opportunità per comprendere l’evoluzione dell’universo
Questa ricerca rappresenta un’opportunità straordinaria per approfondire la nostra comprensione dell’evoluzione dell’universo. L’analisi di questi antichi minerali potrebbe fornire nuove informazioni sull’intensità dei raggi cosmici nel passato e sulla possibilità di eventi cataclismici che hanno influenzato la vita sulla Terra. L’idea di poter ricostruire la storia dell’universo attraverso l’analisi di minerali terrestri è affascinante e apre nuove strade per la ricerca scientifica.