Un Piano di Investimenti per l’Italia
Stellantis ha svelato un ambizioso piano di investimenti per l’Italia, con l’obiettivo di rafforzare la sua presenza nel Paese e di supportare la transizione verso la mobilità elettrica. Il piano, illustrato da Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, al tavolo riunito al ministero delle Imprese e del Made in Italy, prevede la produzione di nuovi modelli, l’elettrificazione di tutte le fabbriche e il mantenimento degli stabilimenti attivi fino al 2032.
Tra le principali novità, si segnalano l’arrivo della piattaforma Stella Small e della Pandina a Pomigliano d’Arco, con la produzione prolungata fino al 2030. A Melfi, saranno introdotti due nuovi modelli, mentre a Cassino è previsto un terzo modello di alta gamma, in aggiunta alle già programmate Alfa Stelvio e Alfa Giulia, per le quali è in valutazione anche la motorizzazione ibrida. A Mirafiori, oltre alla 500 ibrida, arriverà una nuova generazione di 500 elettriche intorno al 2029. Il Polo del lusso, invece, sarà trasferito a Modena.
Stellantis ha assicurato che tutti gli stabilimenti rimarranno attivi e che la capacità produttiva crescerà dal 2026. Per il prossimo anno, sono previsti circa 2 miliardi di euro per gli stabilimenti e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori operanti in Italia. L’azienda ha inoltre ribadito che porterà avanti il piano industriale in Italia con risorse proprie, senza richiedere incentivi pubblici alla produzione.
Il ministro Adolfo Urso ha accolto con favore il piano, definendolo un “piano che dà riscontro alle nostre istanze”, con impegni “chiari e specifici nel territorio, sugli investimenti produttivi e sullo sviluppo degli stabilimenti, sul rapporto collaborativo con l’indotto”.
Il governo ha stanziato oltre un miliardo di euro per supportare la transizione del settore, comprendendo il fondo automotive, fondi Pnrr e altri fondi residui. A fine gennaio, il ministro Urso convocherà un tavolo automotive per spiegare nei dettagli come saranno usati i fondi.
Le Reazioni dei Sindacati
Nonostante l’entusiasmo del governo, i sindacati hanno espresso un giudizio più cauto sul piano di Stellantis.
L’Anfia, l’associazione della filiera, ha accolto positivamente gli impegni presi dall’azienda sulle produzioni nei diversi stabilimenti nazionali e per la volontà “di rinvigorire e migliorare i rapporti con i fornitori italiani”.
I sindacati, invece, vedono “luci e ombre”. Il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, ha parlato di “un piano di ripartenza che nel 2025 dovrà affrontare il tema della continuità dell’occupazione in particolare nell’indotto. La nostra mobilitazione continuerà verso il governo e l’Ue. E’ ora che Palazzo Chigi convochi imprese e sindacati”.
Il numero uno della Fim, Ferdinando Uliano, ha definito l’incontro “un punto di svolta nei rapporti con l’azienda con l’aggiunta di nuovi investimenti per l’Italia, ma restano problematicità sulla Maserati e sulla Gigafactory”.
Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha chiesto “di passare dalle parole ai fatti. Non ci sono le condizioni per parlare di una nuova fase in grado di garantire un futuro agli stabilimenti che hanno ancora una situazione pesante con tanta cassa integrazione. I nuovi modelli sono insufficienti per i tempi troppo lunghi. E sui fondi per l’automotive non c’è stato un chiarimento del governo”.
Un Passo in Avanti, ma con Ansie e Incertezze
Il piano di Stellantis rappresenta un passo in avanti per l’industria automobilistica italiana, con investimenti significativi e un impegno per la transizione verso la mobilità elettrica. Tuttavia, le preoccupazioni dei sindacati sulla continuità dell’occupazione e sulle tempistiche di realizzazione del piano rimangono valide.
Sarà fondamentale monitorare attentamente l’attuazione del piano e garantire che gli impegni presi da Stellantis siano rispettati. Il governo dovrà svolgere un ruolo attivo nel supportare la transizione del settore e nel tutelare i lavoratori, sia diretti che dell’indotto.
La sfida per l’industria automobilistica italiana è complessa e richiede un impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti: aziende, governo e sindacati. Solo con una collaborazione efficace sarà possibile garantire un futuro sostenibile per il settore e per i lavoratori.