Un gabbiano ferito e un’emergenza senza risposta
Un gruppo di cittadini a Pescara si è trovato ad affrontare un’emergenza inaspettata: un gabbiano ferito da ami da pesca, bloccato sulla spiaggia da quasi 24 ore. L’animale, trovato sulla spiaggia della riviera Nord, aveva un’esca a nove punte che gli ha trafitto zampa, ala e addome.
I cittadini, mossi da compassione, hanno deciso di intervenire e hanno affidato il gabbiano alle cure del veterinario Vincenzo Olivieri, che in forma privata si è messo a disposizione per soccorrere l’animale. L’esperto ha rimosso gli ami e medicato le ferite del gabbiano.
Tuttavia, i cittadini si sono trovati in una situazione di incertezza: a chi rivolgersi per la convalescenza del gabbiano? Il Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) di Pescara, la struttura preposta a gestire situazioni di questo tipo, è ormai chiuso.
La difficile ricerca di una struttura di riferimento
“Ho contattato il numero unico di emergenza 112”, racconta all’ANSA una delle cittadine, “ma mi hanno detto che devo rivolgermi a un veterinario privato. Ho allora contattato i Carabinieri forestali, i quali mi hanno confermato che il Cras non accoglie più esemplari, ma può solo fornirmi informazioni sulla gestione del gabbiano. Sto cercando di capire cosa fare e a quale struttura potermi rivolgere. Ritengo fosse un mio dovere intervenire di fronte a un animale in difficoltà, ma non si riesce a capire a chi spetti ora la gestione della convalescenza del gabbiano.”
La mancanza di una struttura di riferimento per la cura degli animali selvatici feriti è un problema che si sta diffondendo a Pescara e in tutta la regione. “Una città come Pescara, con un bacino di utenza così vasto”, commenta Vincenzo Olivieri, “non può rimanere senza una struttura di quel genere, che peraltro era al servizio di tutta la regione.”
La sospensione del Cras e le richieste di intervento
La sospensione del Cras è stata una decisione che ha suscitato preoccupazione e critiche. La Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa) ha evidenziato la necessità di un vero coordinamento e coinvolgimento tra i diversi enti competenti in materia e le associazioni di volontariato per migliorare le attività di recupero e cura della fauna.
“Mentre in altre regioni sono attivi, e finanziati, 84 Centri, l’Abruzzo, regione dei Parchi, rischia di diventare il fanalino di coda nel salvataggio degli animali selvatici”, ha dichiarato la Soa. “In Abruzzo opera da oltre 40 anni un Cras gestito dai Carabinieri Forestali di Pescara che nel solo 2022 ha accolto 536 uccelli feriti o in difficoltà. La recente sospensione dell’attività dell’unico Centro regionale, per carenza di risorse, è l’occasione per una proposta di miglioramento delle attività di recupero e cura della fauna.”
Gli attivisti della Soa hanno presentato una proposta di legge al presidente della Regione Abruzzo e ai consiglieri regionali per affrontare la questione della sospensione del Cras e la mancanza di una struttura di riferimento per la cura degli animali selvatici feriti.
La necessità di un sistema di soccorso efficiente
La vicenda del gabbiano ferito a Pescara evidenzia la necessità di un sistema di soccorso efficiente per gli animali selvatici in difficoltà. La chiusura del Cras e la mancanza di una struttura di riferimento creano un vuoto significativo, lasciando i cittadini in difficoltà e gli animali senza la giusta assistenza. È fondamentale che le istituzioni e gli enti competenti si impegnino per garantire la presenza di strutture adeguate e un sistema di coordinamento efficace per la cura degli animali selvatici feriti.