Un nuovo episodio di razzismo
Daisy Osakue, discobola italiana di origine nigeriana e membro della nazionale azzurra, ha denunciato un nuovo episodio di razzismo subito a Torino. L’atleta, che vive a Moncalieri, ha raccontato la sua esperienza in un video pubblicato su Instagram, affermando di essere stata fermata in un negozio Apple mentre scendeva dal primo piano al piano terra.
Secondo il racconto di Osakue, un addetto alla sicurezza con una pettorina arancione le si è avvicinato dicendole che doveva pagare. L’atleta ha chiesto chiarimenti, sottolineando che stava scendendo dopo aver visionato i prodotti e che avrebbe pagato al piano terra. L’addetto, secondo Osakue, le ha risposto che stava “facendo il suo lavoro”.
Osakue ha poi ribattuto, accusando l’uomo di averla bloccata senza motivo, e ha mostrato il suo tesserino delle Fiamme Gialle per dimostrare di essere un militare. “Hai bloccato l’unico militare di colore e hai fermato me perché credevi che stessi rubando”, ha affermato Osakue nel video.
Un passato segnato dalla discriminazione
Questo non è il primo episodio di razzismo subito da Osakue. Nel 2018, la discobola fu vittima di un lancio di uova da un’auto in corsa a Moncalieri. L’aggressione le causò una lesione all’occhio, mettendo a rischio la sua partecipazione agli Europei di atletica leggera.
La procura indagò per lesioni e omissione di soccorso, ma non fu riconosciuta l’aggravante del razzismo. Tre giovani di 19 anni si presentarono confessando di aver agito “per goliardia” e furono condannati ai lavori socialmente utili.
In seguito all’episodio, Osakue e suo padre denunciarono anche le centinaia di messaggi con insulti razzisti ricevuti sui social. La denuncia fu archiviata nel maggio 2021, perché, nonostante il carattere diffamatorio dei messaggi, fu difficile identificare con certezza gli autori.
Un problema che non accenna a diminuire
L’episodio vissuto da Daisy Osakue è un triste esempio di come il razzismo sia ancora presente nella società italiana. La discriminazione, in diverse forme, continua a colpire le persone di colore, in particolare nel contesto sportivo. È importante che si alzi la voce contro questi comportamenti e che si promuova una cultura di rispetto e inclusione. Le istituzioni hanno il dovere di garantire la sicurezza e la dignità di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro colore della pelle o dalla loro origine.