L’Aia rinuncia al 2% per l’autonomia
L’Associazione Italiana Arbitri (Aia) ha deciso di rinunciare al 2% della quota federale, un passo significativo che, secondo il presidente uscente Carlo Pacifici, segna un nuovo corso per l’associazione. Pacifici ha spiegato che questa scelta è stata dettata dalla necessità di ridefinire il ruolo dell’Aia all’interno della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), puntando su un’autonomia maggiore e su una maggiore indipendenza da dinamiche politiche. “La rinuncia al 2% rappresenta la riaffermazione del nostro ruolo terzo all’interno della federazione, un 2% che ci ha portato più problematiche che benefici trasformando la nostra associazione da tecnica a politica”, ha dichiarato Pacifici durante l’assemblea elettiva in corso a Roma. “Una rinuncia che ci ha dato quell’autonomia inseguita e sognata e ora realtà, aprendo nuovi orizzonti per ambire a nuove risorse esterne per la formazione dei nostri ragazzi e ragazze.”
L’impegno dell’Aia contro la violenza nel calcio
Pacifici ha poi ricordato l’impegno dell’Aia nella lotta contro la violenza nel calcio, sottolineando come l’associazione abbia preso una posizione forte e decisa contro questo fenomeno. “Non bastava osservare ma serviva agire. Ci siamo fermati per la prima volta nella storia, manifestando per dire basta. Volevamo smuovere le coscienze per salvaguardare il nostro futuro”, ha affermato. Pacifici ha evidenziato come le iniziative intraprese dall’Aia stiano dando i loro frutti, con il Parlamento che ha varato un decreto legge per la tutela dei direttori di gara e con il ministro Abodi che ha annunciato la predisposizione di una legge che assegnerà agli arbitri uno status simile a quello dei pubblici ufficiali. “Le iniziative attuate stanno smuovendo le coscienze e il Parlamento ha deciso di varare un decreto legge che salvaguardasse i direttori di gara, con il ministro Abodi che ha annunciato la predisposizione di una legge tutelando gli arbitri e assegnando loro uno status con modalità simili ai pubblici ufficiali”, ha proseguito Pacifici.
Un impegno personale e una sfida per il futuro
Il presidente uscente ha infine sottolineato il suo impegno personale nella lotta contro la violenza e la discriminazione nel calcio, ricordando i momenti difficili che ha dovuto affrontare. “Ho vissuto momenti di grande gioia, alternati a momenti di assoluta amarezza e indignazione, conditi da insulti, aggressioni e persino inseguimenti”, ha raccontato. “Molti mi hanno consigliato di desistere, ma in me non c’è stata mai la tentazione di fare un passo indietro” perché, ha spiegato, “non volevo offrire su un piatto d’argento l’opportunità ai nostri affezionati denigratori di sparare ancora una volta sulla nostra comunità arbitrale.”
Un passo importante per l’Aia
La rinuncia al 2% della quota federale rappresenta un passo importante per l’Aia, che si pone l’obiettivo di ridefinire il proprio ruolo all’interno del panorama calcistico italiano. La scelta di puntare sull’autonomia e sulla formazione dei giovani arbitri è un segnale positivo, che potrebbe contribuire a rafforzare l’immagine dell’associazione e a garantire un futuro più solido per il movimento arbitrale. La lotta contro la violenza nel calcio è un altro fronte su cui l’Aia si sta impegnando con determinazione, con l’obiettivo di creare un ambiente più sicuro e rispettoso per tutti gli operatori del settore. L’impegno di Carlo Pacifici, che ha affrontato momenti difficili con coraggio e determinazione, è un esempio per tutti coloro che si battono per la difesa dell’integrità dello sport.