Un omicidio e un’icona contro le assicurazioni sanitarie
Il caso di Luigi Mangione, 26enne ex studente modello di Baltimora, ha scosso gli Stati Uniti. Accusato di aver ucciso a colpi di pistola il Ceo di un colosso assicurativo medico a New York, Mangione sta diventando un’icona contro l’avidità delle mutue private. In pochi giorni, sono state raccolte oltre mille donazioni per la sua difesa legale, con messaggi di supporto e persino celebrazioni del crimine. Sui muri di New York sono apparsi manifesti ‘Wanted’ con i volti del Ceo assassinato e di altri dirigenti del settore, già messi in allerta dall’Fbi. Inoltre, sono in vendita online t-shirt ‘Free Luigi’ e cappelli con la scritta ‘Ceo Hunter’ stampata su un bersaglio. L’omicidio ha acceso un dibattito sulla corruzione e l’avidità delle compagnie assicurative, con molti utenti che sui social media denunciano i problemi di accesso alle cure e le loro esperienze negative con il sistema sanitario americano.
Un sistema sanitario in crisi
L’opinione pubblica si interroga sul sistema sanitario americano e la sua accessibilità. Secondo uno studio della Kff, un gruppo di ricerca no profit sulla sanità, la maggioranza degli assicurati adulti ha almeno un problema di assicurazione sanitaria all’anno e circa il 41% ha debiti per conti medici o dentistici. Questi debiti ammontano complessivamente ad almeno 220 miliardi di dollari. Il caso di Mangione ha riportato alla luce le storie di persone che hanno dovuto affrontare difficoltà nell’ottenere cure mediche. Arete Tsoukalas, 26 anni, si è visto chiedere 13 mila dollari al mese di copay per una chemioterapia, mentre Isaac Rosenbloom, 43 anni, non sa se ha un cancro perché la sua assicurazione non ha approvato la risonanza magnetica per alcuni noduli ai polmoni. Il caso di Mangione ha portato a un’ondata di racconti di trattamenti medici negati e reclami, scaricando tutta la frustrazione per un sistema complicato e respingente.
Il manifesto di Mangione e le teorie cospirative
Mangione, nel suo manifesto di tre pagine, ha denunciato le mutue private come “mafiosi diventati troppo potenti” che sfruttano gli Stati Uniti “per accumulare immensi profitti”. Ha affermato che gli Usa hanno “il sistema sanitario più caro del mondo” e tuttavia il Paese “è al 42mo posto come aspettativa media di durata della vita”. Il giovane ha anche scritto che altri hanno fatto luce sulla “corruzione e l’avidità” di queste corporation, ma che lui è stato il primo a fronteggiarle “con tale brutale onestà”. Sui social media non mancano le teorie cospirative, come quella che ricama sulla ricorrenza criptica del numero 286, collegato a diversi elementi del caso, come la carta Pokémon, il numero di tweet di Mangione prima dell’omicidio, il codice con cui le compagnie assicurative respingono gli appelli sui rimborsi e le miglia di distanza tra il McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania, dove è stato arrestato, e l’Hilton Midtown Hotel, teatro dell’agguato.
Il movente del crimine e il dibattito pubblico
Le autorità stanno indagando sul movente del crimine. La responsabile della polizia di New York Jessica Tisch ha affermato che il manifesto di Mangione “riflette sia il movente che il modo di pensare” del presunto assassino. Il giovane potrebbe aver avuto problemi di salute dopo essersi sottoposto quest’anno a un intervento non riuscito contro una spondilosi aggravata da un incidente col surf. Il caso di Mangione ha sollevato un dibattito pubblico sul sistema sanitario americano e sull’accessibilità alle cure. L’opinione pubblica si divide tra chi considera Mangione un’icona della lotta contro l’avidità delle assicurazioni e chi lo condanna per il suo atto violento. Il caso sta portando alla luce i problemi di un sistema sanitario in crisi e la rabbia di molti cittadini americani.
L’ombra di un’ideologia pericolosa
Il caso di Luigi Mangione è un esempio di come la frustrazione e la rabbia verso un sistema percepito come ingiusto possano portare a comportamenti estremi. È importante non glorificare il crimine, ma allo stesso tempo comprendere le ragioni profonde che spingono le persone a compiere atti di violenza. La questione dell’accessibilità alle cure negli Stati Uniti è un problema reale e complesso, che richiede soluzioni politiche e sociali efficaci. La ricerca di un capro espiatorio o la celebrazione di atti violenti non contribuiscono a risolvere il problema, ma rischiano di alimentare un’ideologia pericolosa.