La rimodulazione del Pnrr e la riforma dei contratti: un’analisi dell’impatto
L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), in collaborazione con l’Irpet, ha pubblicato una nota che analizza l’impatto della riforma del codice dei contratti e della rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sugli appalti pubblici. Lo studio si concentra sui lavori pubblici di importo superiore a 40.000 euro avviati dai Comuni tra il 2022 e il 2024, con particolare attenzione alle modifiche introdotte nella seconda metà del 2023.
L’analisi evidenzia che il nuovo codice ha portato a una diminuzione del 5,4% nell’utilizzo di procedure aperte e a un aumento del 2,3% del ricorso a Centrali uniche di committenza. Tuttavia, l’incertezza legata alla rimodulazione del Pnrr del 2023 ha causato un rallentamento medio del 14,2% nei progetti, con un impatto maggiore nel Nord, nel Mezzogiorno e nei piccoli Comuni.
Nonostante ciò, lo studio non ha rilevato un impatto significativo sui prezzi e sulle strategie di offerta. La riduzione dei prezzi è stata modesta e in linea con quella generale dell’ultimo decennio, mentre il numero di partecipanti alle gare è aumentato in modo limitato, non lasciando supporre effetti permanenti sulle caratteristiche di competitività delle procedure di affidamento.
Riduzione della durata della fase di affidamento
La riforma del codice dei contratti ha portato a una riduzione della durata della fase di affidamento di circa 9 giorni in media, sia per i progetti Pnrr/Pnc che per gli altri. Questo trend è ancora più evidente nel Mezzogiorno, dove si registra una flessione di circa 20 giorni per le procedure negoziate e dai 20 ai 30 giorni per quelle aperte. L’Upb sottolinea che questo trend di riassorbimento dei gap territoriali dovrà essere verificato nei prossimi mesi per valutarne la consistenza e la continuità.
La necessità di un quadro normativo stabile
L’analisi dell’Upb evidenzia l’importanza di un quadro normativo chiaro e stabile per garantire la piena efficacia del Pnrr. Le incertezze generate dalla rimodulazione del piano hanno avuto un impatto negativo sulla velocità di attuazione dei progetti. È fondamentale che il governo fornisca un quadro normativo certo e prevedibile per favorire la programmazione e l’attuazione degli investimenti.