Un’ondata di chiusure senza precedenti
Il commercio al dettaglio italiano sta vivendo un periodo di profonda crisi, con un numero record di chiusure di negozi nei primi tre mesi del 2024. Secondo le stime di Confesercenti, sono scomparse quasi diecimila imprese, ovvero una media di oltre quattro negozi in meno ogni ora. Questo trend negativo è in netto aumento rispetto allo stesso periodo del 2023, quando le chiusure avevano raggiunto quota 8.828.
Il boom dell’e-commerce e le sue conseguenze
La principale causa di questa crisi è l’ascesa dell’e-commerce, che sta cannibalizzando il commercio tradizionale. Gli acquisti online sono destinati a crescere del +13% nel 2024, generando oltre 734 milioni di spedizioni ai clienti, ovvero quasi 84.000 consegne di pacchi all’ora. Questa migrazione degli acquisti verso le piattaforme internazionali di eCommerce, che spesso pagano le imposte in altri Paesi, sta causando un’emorragia di gettito fiscale per l’Italia.
Un’eredità pesante per il fisco italiano
Secondo le stime di Confesercenti, dal 2014 ad oggi, il fisco italiano ha perso oltre 5,2 miliardi di euro di tasse a causa della migrazione degli acquisti verso le piattaforme online internazionali. Questo dato evidenzia il grave impatto che l’e-commerce sta avendo sulle entrate dello Stato, con conseguenze negative per il sistema fiscale italiano.
La desertificazione commerciale colpisce tutto il territorio
La crisi del commercio al dettaglio non risparmia nessuna regione d’Italia. Le regioni con un tessuto commerciale più sviluppato, come Campania, Lombardia e Lazio, sono quelle che hanno subito le perdite più significative di imprese. Nel primo trimestre del 2024, la Campania ha registrato la perdita di 1.225 imprese, seguita dalla Lombardia con 1.154 e dal Lazio con 1.063.
La frenata delle aperture: un segnale allarmante
Un altro dato allarmante è la frenata delle aperture di nuovi negozi. Nel primo trimestre del 2024, sono state aperte 7.415 nuove attività commerciali, un numero nettamente inferiore rispetto ai 15.000 del 2014. Questo calo significativo dimostra che gli imprenditori sono sempre meno incentivati ad investire nel commercio tradizionale, a causa della forte concorrenza da parte dell’e-commerce.
Un futuro incerto per il commercio al dettaglio
La crisi del commercio al dettaglio è un problema complesso e multiforme, che richiede un’analisi attenta e una risposta strategica da parte delle istituzioni. È necessario trovare un equilibrio tra la necessità di sostenere il commercio tradizionale e l’opportunità di sfruttare le potenzialità dell’e-commerce. Una soluzione potrebbe essere quella di incentivare la digitalizzazione del commercio tradizionale, consentendo ai negozi fisici di competere con i giganti del web, offrendo un’esperienza di acquisto innovativa e integrata. Inoltre, è fondamentale garantire un sistema fiscale equo, che non penalizzi le imprese italiane rispetto ai competitor internazionali. Solo in questo modo si potrà garantire un futuro sostenibile per il commercio al dettaglio italiano.