La condanna all’ergastolo dopo un processo lungo e tortuoso
Fausta Bonino, l’infermiera accusata di aver iniettato dosi massicce di eparina a quattro pazienti ricoverati all’ospedale di Piombino, è stata condannata all’ergastolo dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze. La sentenza, emessa dopo quasi un’ora di camera di consiglio, ha accolto la richiesta del pg Fabio Origlio che aveva chiesto il massimo della pena.
La donna, al fianco del marito e del difensore Vinicio Nardo, è rimasta impassibile di fronte alla lettura del dispositivo. “Non me lo aspettavo”, ha poi sussurrato come riportato da Sky, mentre abbandonava l’aula 32 del palazzo di giustizia: si è sempre professata innocente.
“Prendiamo atto della sentenza che fa rivivere quella di Livorno – ha detto l’avvocato Nardo al termine dell’udienza -. Siamo curiosi di leggere come sarà fatta la motivazione perché ci sono molti dubbi in questa vicenda, molte incongruenze, molti fatti che non tornano e quindi la Corte d’assise d’appello adesso avrà il compito di mettere in fila queste cose, se ci riuscirà vedremo. Noi faremo ricorso per Cassazione sicuramente. Mi dispiace che non finisce per lei questo calvario che dura da otto anni”.
Un processo travagliato con diverse sentenze contrastanti
Il processo a Fausta Bonino è stato lungo e tortuoso, con diverse sentenze contrastanti. Nel 2016, l’infermiera fu arrestata dal Nas dei carabinieri in esecuzione di un’ordinanza del gip di Livorno con l’accusa di aver causato, tra il 2014 e il 2015, la morte di 13 pazienti nel reparto rianimazione all’ospedale di Piombino, dove lavorava.
Decessi provocati da emorragie improvvise e letali che, secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbero stati da ricondurre alla somministrazione di massicce dosi di eparina. Una serie di indizi concordanti, secondo la procura di Livorno, conducevano all’infermiera come responsabile degli omicidi: iniezioni dell’anticoagulante, presenza nel reparto dell’infermiera e morti avvenute poche ore dopo la somministrazione del farmaco.
La donna venne poi scarcerata 21 giorni: il tribunale del riesame di Firenze revocò la misura ritenendo gli indizi nè gravi nè concordanti. Decisione poi annullata dalla Cassazione.
Delle dieci morti di cui Bonino fu poi imputata in primo grado con rito abbreviato fu condannata per quattro, assolta per gli altri. In appello l’assoluzione totale, ‘per non aver commesso il fatto’. Sentenza in parte annullata dalla Cassazione nel maggio di un anno fa: la Suprema corte aveva confermata l’assoluzione per sei casi disponendo un processo d’appello bis per gli altri quattro.
La condanna definitiva e le possibili conseguenze
La condanna all’ergastolo per Fausta Bonino rappresenta un punto di svolta nel processo. La donna, che si è sempre professata innocente, dovrà ora affrontare la pena massima per i quattro omicidi di cui è stata ritenuta colpevole. La sentenza è destinata a suscitare reazioni diverse, con alcuni che si dichiarano soddisfatti per la giustizia ottenuta, mentre altri esprimono dubbi sulla colpevolezza della donna.
L’avvocato Nardo ha già annunciato che presenterà ricorso in Cassazione, cercando di dimostrare l’innocenza della sua assistita e ottenere l’annullamento della sentenza. La vicenda di Fausta Bonino, che ha visto una serie di sentenze contrastanti, continua a tenere banco nel dibattito pubblico, sollevando interrogativi sulla giustizia e sul ruolo delle prove scientifiche nei processi penali.
Considerazioni personali
La vicenda di Fausta Bonino, con le sue sentenze contrastanti e le accuse di omicidio, è un esempio di come la giustizia possa essere complessa e incerta. La condanna all’ergastolo è un verdetto grave, che pone interrogativi sulla colpevolezza della donna e sul peso delle prove presentate in tribunale. La sentenza, come spesso accade, non potrà soddisfare tutti, e la vicenda continuerà a suscitare dibattito. È importante, però, ricordare che la giustizia si basa su un sistema di regole e procedure che mirano a garantire un processo equo e imparziale. La responsabilità di determinare la colpevolezza o l’innocenza di un individuo spetta ai giudici, che devono valutare attentamente le prove e le argomentazioni presentate dalle parti. In questo caso, la condanna all’ergastolo è il risultato di un processo lungo e travagliato, e la speranza è che la giustizia sia stata fatta, anche se la verità ultima potrebbe rimanere un mistero.