La confessione dopo tre anni e mezzo
Un colpo di scena sconvolgente ha caratterizzato il processo di secondo grado per l’omicidio di Rosina Carsetti, 78 anni, strangolata nella villetta di famiglia a Montecassiano (Macerata) il 24 dicembre 2020. Dopo tre anni e mezzo di distanza dal delitto, il marito della vittima, Enrico Orazi, 82 anni, ha confessato di essere l’autore dell’omicidio.Orazi, inizialmente scagionato dal delitto, era stato condannato in primo grado per maltrattamenti in famiglia e simulazione di reato. Tuttavia, durante il giudizio in Corte d’Assise d’appello di Ancona, ha ammesso di aver strangolato la moglie, sostenendo di non averla più sopportata.
Il movente e la ricostruzione del delitto
Secondo la ricostruzione di Orazi, la moglie lo avrebbe vessato e maltrattato in casa, anche per questioni economiche. Il movente dell’omicidio sarebbe stato l’insopportabile situazione familiare. Orazi ha raccontato di aver preso per il collo Rosina, che è caduta a terra esanime. Pensando che fosse solo svenuta, ha poi tentato di inscenare una rapina con la figlia, Arianna Orazi, legandosi in bagno e dando una spallata alla portafinestra per simulare un’effrazione.Inizialmente, l’accusa aveva ipotizzato una rapina con contestuale aggressione e strangolamento, ma la confessione di Orazi ha ribaltato completamente il quadro accusatorio.
Le posizioni degli altri imputati
A processo, oltre a Enrico Orazi, ci sono anche il nipote di Rosina, Enea Simonetti, 24 anni, condannato all’ergastolo in primo grado per omicidio premeditato, e la madre di Enea, Arianna Orazi, 52 anni, assolta in primo grado dall’addebito più grave ma ritenuta dall’accusa coinvolta nella pianificazione dell’omicidio.La confessione di Orazi ha portato i legali degli altri imputati a chiedere l’assoluzione. Il Procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona, Roberto Rossi, ha invece chiesto la conferma dell’ergastolo per Enea Simonetti e la condanna per concorso in omicidio premeditato per Arianna Orazi. Rossi ha anche sollecitato il riconoscimento di responsabilità per tutti e tre gli imputati per maltrattamenti in famiglia e simulazione di reato.
La sentenza è prevista per il 10 luglio
La sentenza del processo di secondo grado è prevista per il 10 luglio. La confessione di Enrico Orazi ha gettato un’ombra pesante sulla vicenda, aprendo nuovi scenari e sollevando interrogativi sulla reale dinamica del delitto. Il processo si preannuncia particolarmente delicato, con i giudici chiamati a valutare attentamente le nuove prove e le dichiarazioni di tutti gli imputati.La vicenda ha suscitato un forte impatto mediatico e ha riacceso il dibattito sulla violenza domestica e sulle relazioni familiari complesse. L’esito del processo sarà seguito con grande attenzione da parte dell’opinione pubblica.
Un caso intricato e pieno di colpi di scena
La confessione di Enrico Orazi a tre anni e mezzo di distanza dall’omicidio della moglie è un evento che complica ulteriormente un caso già intricato. La ricostruzione del delitto è ora ancora più complessa, con la necessità di valutare attentamente le nuove dichiarazioni e di ricostruire con precisione le dinamiche dell’omicidio. La sentenza del 10 luglio sarà un momento cruciale per comprendere la verità su questa tragica vicenda.