Incontri di pugilato e scommesse illegali nelle carceri
Una denuncia allarmante arriva dal segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo, che parla di una realtà sconvolgente all’interno delle carceri italiane: incontri di pugilato illegali con scommesse controllate dalla criminalità organizzata. La situazione, secondo Di Giacomo, sta diventando sempre più grave, con un incremento dei casi e una rapida diffusione in diversi istituti, come quelli di Roma e Agrigento.
Questi incontri, preceduti da veri e propri allenamenti e lezioni di box, vengono camuffati come attività sociali, ma in realtà sono un chiaro segnale della pervasiva illegalità che regna nelle carceri. Di Giacomo arriva a paragonare la situazione a un “grande ring”, dove gli agenti penitenziari sono costretti a fare da arbitri, rischiando la propria incolumità.
Il rischio per gli agenti e la beffa per la giustizia
Gli agenti, secondo il sindacalista, si trovano in una situazione pericolosa, costretti a intervenire in risse e violenze, esponendosi a gravi rischi. In molti casi, gli agenti che cercano di separare detenuti e clan in rissa finiscono in ospedale con gravi ferite. Di Giacomo sottolinea come questa situazione sia una doppia beffa per la giustizia e la sicurezza dei cittadini, in quanto gli arresti di criminali vengono vanificati dalla loro capacità di continuare a comandare dalla cella.
Lo Stato, secondo Di Giacomo, si limita a fare da spettatore, come se assistesse a un incontro di boxe o di lotta greco-romana. Gli agenti, invece, non possono permettersi di essere spettatori e rischiano la vita quotidianamente per garantire la sicurezza all’interno delle carceri.
Un sistema penitenziario al collasso
Di Giacomo esprime la sua preoccupazione per la crescente instabilità all’interno delle carceri, con rivolte, aggressioni e tentativi di fuga che mettono a rischio la vita del personale penitenziario. L’assenza di provvedimenti da parte dello Stato ha contribuito a creare un clima di tensione e di violenza che sta portando il sistema penitenziario italiano a un punto di non ritorno.
Il sindacalista arriva a paragonare la situazione alle carceri di Paesi sudamericani e africani, sottolineando la gravità della situazione e la necessità di un intervento immediato da parte dello Stato per riportare l’ordine e la sicurezza all’interno delle carceri italiane.
La necessità di un intervento urgente
La denuncia di Di Giacomo è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. La situazione nelle carceri italiane è fuori controllo e richiede un intervento urgente da parte dello Stato. È necessario ristabilire l’ordine e la sicurezza all’interno delle carceri, garantendo la sicurezza degli agenti e riducendo la violenza e l’illegalità. L’assenza di provvedimenti rischia di portare a conseguenze drammatiche, con un aumento delle aggressioni, delle rivolte e dei tentativi di fuga. È fondamentale che lo Stato assuma la responsabilità della situazione e metta in atto misure efficaci per riportare il sistema penitenziario italiano su un percorso di legalità e sicurezza.