L’interrogatorio in aula
Si è svolto oggi l’interrogatorio in aula del minorenne accusato dell’omicidio di Michelle Causo, avvenuto a Roma il 28 giugno 2023. Il 17enne, di origini cingalesi, ha affermato di aver aggredito la ragazza con un coltello dopo essersi sentito offeso da alcune sue parole.
L’udienza, tenutasi presso il tribunale dei Minorenni, si è svolta a porte chiuse. L’imputato, attualmente detenuto, ha sostenuto di non aver premeditato l’omicidio, ma di aver agito d’impulso dopo una lite con la vittima.
Le motivazioni dell’omicidio
Secondo quanto riferito dall’imputato, la coltellata sarebbe stata sferrata dopo che Michelle Causo avrebbe pronunciato alcune frasi offensive nei suoi confronti. Il giovane ha descritto l’accaduto come un momento di rabbia e di impulsività, senza alcuna intenzione di uccidere.
In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi.
La perizia psichiatrica
Il tribunale dei Minorenni della Capitale ha già disposto una perizia psichiatrica sull’imputato, che ha stabilito la sua capacità di intendere e di volere. Ciò significa che il giovane è in grado di affrontare il processo e di comprendere le accuse a suo carico.
Il contesto del delitto
L’omicidio di Michelle Causo ha sconvolto l’opinione pubblica romana. La giovane, di 17 anni, è stata trovata senza vita il 28 giugno 2023, su un carello della spesa, in un’area verde di Roma. Il ritrovamento del corpo ha scatenato un’indagine serrata da parte delle forze dell’ordine, che hanno portato all’arresto del 17enne.
Il processo per l’omicidio di Michelle Causo è ancora in corso. Il tribunale dei Minorenni dovrà valutare le prove presentate e decidere sulla colpevolezza o meno dell’imputato.
Un delitto che pone interrogativi
L’omicidio di Michelle Causo è un evento tragico che pone interrogativi sulla violenza giovanile e sulle dinamiche relazionali tra i giovani. La ricerca su internet effettuata dall’imputato, sebbene giustificata da lui come una precauzione, solleva dubbi sulla premeditazione del delitto. Il processo dovrà fare luce sulle reali motivazioni dell’omicidio e sull’eventuale presenza di fattori scatenanti, come la violenza verbale o l’influenza di contesti sociali problematici.