L’esclusione di Saviano e la reazione degli intellettuali
La decisione del Commissario Mauro Mazza di non includere Roberto Saviano nella delegazione italiana alla Fiera del Libro di Francoforte 2024 ha scatenato una vera e propria tempesta. Saviano, noto per i suoi romanzi di denuncia sociale, come “Gomorra”, è stato accusato di essere un “provocatore” e di “non essere in linea con l’immagine che l’Italia vuole dare di sé” all’estero. Questa giustificazione, considerata da molti come una censura politica, ha scatenato un’ondata di indignazione e di solidarietà nei confronti dello scrittore.
Scrittori come Paolo Giordano, Sandro Veronesi, Francesco Piccolo e Dacia Maraini hanno espresso la loro disapprovazione, annunciando il loro rifiuto di partecipare all’evento. Paolo Giordano, vincitore del Premio Strega nel 2008, ha definito l’esclusione di Saviano come “una cartina al tornasole di certi criteri politici di inclusione ed esclusione inaccettabili”. Sandro Veronesi, Premio Strega nel 2006, ha parlato di “ragioni balorde e ridicole” e di “putiniana ipocrisia” nella scelta del Commissario Mazza. Francesco Piccolo, Premio Strega nel 2014, ha espresso il suo disagio, affermando che “l’Italia non possa non essere rappresentata anche dall’autore di Gomorra”. Dacia Maraini, una delle tre protagoniste degli assoli di Italia Ospite d’Onore alla Buchmesse, ha definito l’esclusione di Saviano “un grave errore” e ha espresso la sua preoccupazione che la Fiera del Libro di Francoforte si trasformi in un luogo di guerra.
La risposta del governo e le polemiche
Il governo italiano, attraverso il Commissario Mazza, ha difeso la sua decisione, sostenendo che la scelta degli autori è stata fatta in base a criteri di qualità e di rappresentatività. Tuttavia, questa giustificazione non ha convinto molti, che hanno interpretato la scelta come un tentativo di censura politica.
La segretaria del Pd Elly Schlein ha parlato di “clima non accettabile” verso gli intellettuali e gli scrittori in Italia, sottolineando come l’esclusione di Saviano sia solo l’ultimo di una serie di episodi che dimostrano un atteggiamento ostile nei confronti della libertà di espressione. Anche l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha espresso la sua preoccupazione, ricordando che la scelta degli autori ospiti a Francoforte è frutto di un dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani.
Saviano: “Il più ignorante governo della Storia d’Italia. Fiero di non essere nella lista Mazza”
Roberto Saviano, tramite un post su Instagram, ha definito il governo italiano “il più ignorante della storia d’Italia” e ha espresso la sua soddisfazione per non essere stato incluso nella delegazione italiana alla Fiera del Libro di Francoforte.
Saviano ha anche sottolineato che il direttore della Fiera Jürgen Boos, l’Associazione degli Editori tedeschi, l’Associazione dei librai e la tv di Stato Zdf gli hanno offerto un invito personale a partecipare all’evento. Questo dimostra che l’esclusione di Saviano dalla delegazione italiana è stata una scelta puramente politica.
Un’occasione persa per il dialogo
L’episodio dell’esclusione di Roberto Saviano dalla delegazione italiana alla Fiera del Libro di Francoforte è un’occasione persa per il dialogo e la promozione della cultura italiana all’estero. La scelta del governo italiano di non includere Saviano, uno scrittore di fama internazionale, ha creato un clima di tensione e di divisione che rischia di danneggiare l’immagine dell’Italia e la sua partecipazione all’evento. La Fiera del Libro è un momento importante per promuovere la letteratura e il pensiero italiano nel mondo, e sarebbe stato importante avere un rappresentante come Saviano, che ha saputo raccontare con coraggio e lucidità le contraddizioni e le complessità del nostro Paese.