Confessione in aula
Un colpo di scena ha scosso il processo d’appello per l’omicidio di Rosina Carsetti, la 78enne uccisa a Montecassiano (Macerata) la sera della vigilia di Natale del 2020. Durante la penultima udienza, tenutasi oggi presso la Corte d’Assise d’appello di Ancona, Enrico Orazi, 82 anni, marito della vittima, ha confessato di averla uccisa. Orazi, assolto in primo grado, ha fornito una nuova versione dei fatti, ammettendo di aver strangolato la moglie al culmine di una lite. La sentenza è prevista per il prossimo 10 luglio.
La ricostruzione dei fatti
Secondo la ricostruzione iniziale, Rosina Carsetti sarebbe stata vessata e uccisa dopo un periodo di liti in famiglia, anche per questioni economiche. Inizialmente, sotto accusa erano finiti la figlia di Rosina, Arianna Orazi, 52 anni, il marito Enrico e il nipote Enea Simonetti, 24 anni. Nel dicembre 2022, Enea Simonetti è stato condannato all’ergastolo per omicidio aggravato, mentre Arianna Orazi ed Enrico sono stati assolti dall’accusa di omicidio ma condannati per aver simulato una rapina in casa dopo la morte della donna.
La confessione di Orazi
La confessione di Enrico Orazi, arrivata in aula durante il processo d’appello, ha ribaltato la situazione. La Procura generale, tuttavia, considera la confessione tardiva rispetto alla ricostruzione fatta dagli inquirenti e sostenuta durante il giudizio. Orazi ha fornito una rilettura dei fatti, ammettendo di aver ucciso la moglie, ma non è chiaro se questa versione dei fatti sarà sufficiente a modificare la sentenza.
Le prossime udienze
La Corte d’Assise d’appello di Ancona dovrà ora valutare la confessione di Enrico Orazi e il suo impatto sul verdetto di primo grado. L’udienza di oggi, durante la quale il procuratore generale di Ancona Roberto Rossi formulerà le proprie richieste di condanna, sarà fondamentale per il proseguimento del processo. La sentenza è prevista per il 10 luglio.
Considerazioni
La confessione di Enrico Orazi, arrivata a processo in corso, solleva una serie di interrogativi. La tardività della confessione potrebbe essere interpretata come un tentativo di evitare una condanna più severa, ma potrebbe anche essere vista come un atto di pentimento sincero. La Corte d’Assise d’appello dovrà valutare attentamente le motivazioni alla base della confessione e il suo impatto sulla ricostruzione dei fatti. Il caso di Rosina Carsetti rappresenta un dramma familiare che mette in luce la complessità delle relazioni umane e le conseguenze tragiche che possono derivare da conflitti e tensioni. La sentenza del 10 luglio sarà cruciale per fare luce su quanto accaduto e per dare giustizia alla vittima.