Un nuovo sguardo su Huckleberry Finn
Percival Everett, con il suo romanzo ‘James’, vincitore del National Book Award 2024, si è cimentato in un’operazione di rilettura di uno dei classici della letteratura americana: ‘Le avventure di Huckleberry Finn’ di Mark Twain. Everett, ribaltando la prospettiva, racconta la storia dalla parte di Jim, lo schiavo fuggiasco che accompagna Huck Finn nel suo viaggio lungo il Mississippi.
Il romanzo di Everett, pur mantenendo l’essenza della trama originale, offre una visione completamente nuova e più realistica della schiavitù. Il nuovo Jim, a differenza del personaggio di Twain, non si limita a parlare un inglese storpiato, ma si è istruito di nascosto, imparando a leggere, scrivere e parlare correttamente. La lingua diventa così un’arma di emancipazione, un simbolo della dignità umana.
Una storia di ribellione e presa di coscienza
Il romanzo di Everett è privo dell’ironia e della leggerezza di Twain, che spesso ha portato a confondere il suo libro per un romanzo per ragazzi. ‘James’ presenta una realtà cruda e spietata, mostrando l’indifferenza e la violenza con cui gli schiavi vengono trattati. Il finale del romanzo è diverso da quello di Twain, con un Jim che si ribella al suo destino e assume un ruolo attivo nella sua liberazione.
Il romanzo è ricco di episodi che mostrano la brutalità della schiavitù, come la morte per linciaggio di uno schiavo che aveva rubato una matita al suo padrone, o la tragica fine di una schiava liberata da Jim.
La lingua come arma di emancipazione
Un elemento chiave del romanzo è il ruolo della lingua come strumento di emancipazione. Jim, che ci tiene a far sapere che il suo vero nome è James, dimostra di conoscere la cultura e la letteratura, citando persino Voltaire. La sua conoscenza della lingua gli permette di esprimere la sua dignità e di sfidare le convenzioni sociali del suo tempo.
L’utilizzo di un linguaggio ricco e accurato da parte di Jim è un modo per Everett di sottolineare la complessità del personaggio e la sua capacità di pensare e di agire in modo indipendente.
Un’opera che riflette la realtà
L’opera di Everett non vuole accusare Twain di essere politicamente scorretto, ma si propone di rimettere le cose a posto e di offrire una visione più completa e realistica della schiavitù. ‘James’ è un romanzo che si riflette rovesciato in uno specchio, mostrando la vera immagine di un mondo segnato dalla discriminazione e dalla violenza.
Attraverso la voce di Jim, Everett ci offre un’esperienza emozionante e coinvolgente, che ci invita a riflettere sulla storia e sulla condizione umana.
Un omaggio alla diversità
‘James’ è un romanzo che celebra la diversità e la ricchezza della cultura americana. La scelta di Everett di ribaltare la prospettiva di ‘Huckleberry Finn’ è un atto di coraggio e di sensibilità, che ci invita a guardare al passato con occhi nuovi e a riconoscere il valore di tutte le voci, anche quelle che sono state spesso ignorate o marginalizzate.