Un’ombra di crisi sul settore automobilistico
Un rapporto di S&P Global ha lanciato un allarme sul futuro del settore automobilistico, mettendo in evidenza le potenziali conseguenze economiche di una possibile imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti sulle importazioni da Messico, Canada e Unione Europea.
Secondo l’analisi di S&P, le case automobilistiche europee e statunitensi potrebbero subire un calo combinato dei profitti annuali fino al 17% se tale scenario si concretizzasse. Questo scenario minaccerebbe anche il rating di credito di alcuni gruppi, innescando una serie di ripercussioni a catena.
I gruppi più esposti
Tra i colossi del settore automobilistico che risulterebbero maggiormente colpiti da questa misura, S&P cita General Motors e Stellantis. Questi due gruppi, infatti, assemblano grandi volumi di veicoli in Messico e Canada, aree che sarebbero direttamente interessate dall’imposizione di dazi.
Anche i produttori premium Volvo e Jaguar Land Rover si troverebbero in una posizione di vulnerabilità, poiché la loro produzione è concentrata principalmente in Europa. L’eventuale introduzione di tariffe elevate sui veicoli importati dall’UE avrebbe un impatto significativo sulle loro attività.
Un’analisi attenta
Il rapporto di S&P Global offre una prospettiva realistica sulle potenziali conseguenze economiche di una politica protezionistica nel settore automobilistico. La minaccia di dazi potrebbe avere un impatto profondo sulle case automobilistiche coinvolte, con possibili ripercussioni su profitti, rating di credito e, in ultima analisi, sulla competitività del mercato. E’ importante monitorare attentamente l’evolversi della situazione e valutare le possibili soluzioni per mitigare l’impatto di questa potenziale crisi.