Un minuto di rumore per rompere il silenzio
Gino Cecchettin, padre di Giulia, vittima di femminicidio, ha partecipato all’incontro “Il silenzio delle innocenti” in Consiglio Regionale del Veneto. L’incontro, dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, è stato aperto da un minuto di rumore, un gesto simbolico che ha profondamente commosso Cecchettin.
“Doveva essere fare qualche cosa ed è diventato ‘fare rumore’ e mi ha commosso che sia stato fatto qui”, ha detto Cecchettin. Il suo messaggio è chiaro: il rumore è un simbolo di rottura del silenzio, di presa di posizione contro la violenza. “Se questo rumore arriva nelle stanze dei bottoni, nelle stanze delle istituzioni – ha detto Cecchettin – vuol dire che finalmente si può fare qualche cosa, finalmente lavorando assieme senza schieramenti.”
Il coraggio di parlare e la necessità di un’azione comune
Cecchettin ha sottolineato l’importanza di continuare a parlare della violenza sulle donne, non solo per ricordare le vittime, ma anche per dare coraggio a chi ne è vittima. “Continuare a parlare della violenza significa dare coraggio alle donne che non hanno la forza di reagire, per paura, per i figli o perché restano senza un’abitazione”, ha spiegato.
Il padre di Giulia ha anche espresso la sua opinione sulla necessità di un’azione comune e di una maggiore sensibilità da parte degli uomini. “Una casa rifugio – ha sottolineato – non è la salvezza, è transitoria, e non dovrebbero neppure esistere” se ci fosse una coscienza comune. “Uomini mettetevi ogni tanto nei panni delle vostre compagne, pensate a quando avete fatto loro un torto e mettetevi nei loro panni”, ha concluso.
Un appello alla responsabilità collettiva
Le parole di Gino Cecchettin sono un potente monito alla responsabilità collettiva nella lotta contro la violenza sulle donne. Il suo appello a “fare rumore” e a “lavorare assieme senza schieramenti” è un invito a superare l’indifferenza e a costruire un fronte comune contro questa piaga sociale. La sua richiesta di empatia agli uomini, di mettersi nei panni delle loro compagne, è un passo fondamentale per un cambiamento culturale che riconosca e rispetti la dignità di ogni donna.