Un omaggio a Paolo Volponi a Londra
L’Istituto Italiano di Cultura di Londra ha celebrato il centenario della nascita di Paolo Volponi con un evento dedicato al suo ruolo nella letteratura italiana e all’influenza di Adriano Olivetti sulle sue opere. La conversazione, dal titolo “Volponi, Olivetti e La macchina mondiale”, ha visto la partecipazione di Francesca Limana, esperta di comunicazione della Fondazione Olivetti, David Albert Best, direttore della sezione linguistica all’Université Libre de Bruxelles, e Richard Dixon, traduttore in inglese di “La macchina mondiale”.
L’evento ha esplorato il rapporto tra Volponi e Olivetti, uno dei più importanti industriali europei, pioniere del progresso sociale e fondatore della società che produsse il primo computer desktop al mondo. L’incontro tra i due avvenne nel 1949, quando Olivetti, riconoscendo il talento del giovane poeta laureato in legge, lo incaricò di trovare modi sostenibili per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, in gran parte immigrati dal sud Italia in cerca di un futuro migliore.
Nel 1956, Olivetti nominò Volponi direttore dei Servizi sociali nello stabilimento di Ivrea, dove rimase fino agli inizi degli anni Settanta, anche dopo la prematura scomparsa dell’imprenditore nel 1960. Durante la conversazione, si è evidenziato come gli otto romanzi pubblicati da Volponi tra il 1962 e il 1991 abbiano offerto un ritratto vivido dei contrasti e delle contraddizioni tra la società contadina e quella industrializzata, con particolare attenzione ai temi ancora attuali trattati ne “La macchina mondiale”, romanzo vincitore del premio Strega nel 1965 e recentemente pubblicato in inglese con il titolo “The World Machine”.
L’eredità di Adriano Olivetti
L’evento ha celebrato anche la figura di Adriano Olivetti, un industriale illuminato che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama sociale e industriale italiano. Olivetti si distinse per la sua visione sociale e il suo impegno per il progresso umano. Credeva nella dignità del lavoro e nella necessità di creare un ambiente di lavoro più equo e sostenibile per tutti. La sua azienda, la Olivetti, fu un esempio di come l’industria potesse essere un motore di cambiamento sociale positivo.
La sua visione si rifletteva anche nelle sue scelte di design e nella sua attenzione alla qualità del prodotto. La Olivetti fu all’avanguardia nell’innovazione tecnologica e contribuì in modo significativo allo sviluppo del computer moderno. L’azienda è passata alla storia per aver prodotto il primo computer desktop al mondo, un’invenzione che ha rivoluzionato il modo in cui le persone lavorano e comunicano.
L’attualità di ‘La macchina mondiale’
‘La macchina mondiale’ è un romanzo che esplora i temi della modernizzazione, dell’industrializzazione e della globalizzazione, temi che sono ancora oggi al centro del dibattito pubblico. L’opera di Volponi offre una riflessione profonda e critica sulla società contemporanea, con particolare attenzione ai suoi aspetti più problematici. Il romanzo mette in luce le contraddizioni e le tensioni che nascono dal progresso tecnologico e dalla globalizzazione, e solleva importanti questioni sull’impatto di questi processi sulla vita delle persone.
Il romanzo è stato tradotto in inglese da Richard Dixon e pubblicato dalla Seagull Books e la University of Chicago Press con il titolo ‘The World Machine’. La sua pubblicazione in inglese è un segno dell’importanza e dell’attualità dell’opera di Volponi, che continua a essere letta e apprezzata in tutto il mondo.
Un’eredità di riflessione e impegno
L’evento a Londra ha offerto un’occasione preziosa per riflettere sull’eredità di Paolo Volponi e Adriano Olivetti. La loro visione sociale e il loro impegno per il progresso umano rimangono attuali e ispiranti. Volponi, attraverso la sua scrittura, ha saputo cogliere le contraddizioni e le complessità della società moderna, offrendo un’analisi profonda e critica del mondo in cui viviamo. Olivetti, con la sua visione sociale e il suo impegno per la dignità del lavoro, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama industriale e sociale italiano. La loro eredità ci invita a riflettere sul ruolo della cultura e dell’industria nel costruire un futuro più equo e sostenibile per tutti.