Un collage di esperienze musicali
Filippo Poletti, giornalista e trendsetter del mondo del lavoro, ha dedicato 25 anni a raccogliere le testimonianze di 120 personaggi della cultura, dello spettacolo e delle professioni, creando un collage di esperienze musicali che supera le barriere tra generi e restituisce il piacere di ascoltare con attenzione.
Partendo da una domanda semplice ma inusuale: “Come si ascolta la musica da Nobel?”, Poletti ha indagato su come la professione di ogni personaggio influenzi il modo di sentire la musica. Il risultato è il libro “L’arte dell’ascolto: musica al lavoro” (Guerini Next), un viaggio sonoro che raccoglie le voci di personaggi come Piero Angela, Giorgio Armani, Enzo Biagi, Norberto Bobbio, Walter Bonatti, Mike Bongiorno, Renato Dulbecco, Dario Fo, Margherita Hack, Enzo Jannacci, Rita Levi-Montalcini, Alda Merini, Franco Modigliani, Indro Montanelli, Carlo Rambaldi, Gianfranco Ravasi, Antonio Ricci, Gavino Sanna, i fratelli Taviani, Antonio Tabucchi, Carlo Verdone, Paolo Villaggio Umberto Veronesi, Paolo Villaggio.
Il libro è suddiviso in sette sezioni, come le note musicali: arti e mestieri, diritto ed economia, scienze, scrittura, società, spettacolo e sport. A completare l’esperienza di lettura, una playlist creata ad hoc con lo stesso titolo del volume disponibile su Spotify, composta da 34 ore di ascolti dei brani citati nelle interviste, dalla tragedia greca fino a Vasco Rossi e Taylor Swift.
L’ascolto attivo: una competenza chiave
Poletti, musicologo, top voice di Linkedln in Italia con studi di chitarra e composizione, ma anche tecnico del suono, scrittore e giornalista, invita all’ascolto attivo, collegando le voci dei big attraverso aneddoti, piccole scoperte biografiche e passioni a volte imprevedibili.
“Se gli ascolti sommati fanno tante vite – osserva – l’ascolto attivo è una competenza chiave nelle relazioni umane. Ieri, oggi e domani, infatti, affinare la capacità di ascoltare attivamente servirà sempre.”
Un libro stratificato
“L’Arte dell’ascolto: musica al lavoro” diventa così un libro stratificato che offre molteplici approcci di lettura, dall’aneddotica biografica al manuale divulgativo, ispirato soprattutto dalla volontà di “togliere la paura” – come sosteneva Ezio Bosso, ricordato in queste pagine – che condiziona chi fa distinzioni tra musica forte e debole, còlta e popolare, impegnata e leggera, aprendo le orecchie finalmente senza pregiudizi.
L’importanza dell’ascolto attivo
L’ascolto attivo, come sottolineato da Poletti, è una competenza chiave non solo per apprezzare la musica, ma anche per costruire relazioni umane autentiche e significative. In un mondo sempre più frenetico e distratto, dedicare tempo all’ascolto con attenzione e senza pregiudizi diventa un atto di cura e di rispetto per se stessi e per gli altri.