La rabbia di Guardiola e la crisi del City
Un pareggio che sa di sconfitta, un’amara pillola da ingoiare per il Manchester City di Pep Guardiola. Il match casalingo contro il Feyenoord, terminato 3-3, ha evidenziato la profonda crisi che sta attraversando la squadra inglese. Non solo un risultato deludente, ma anche la reazione furiosa del tecnico catalano, che si è presentato alle telecamere con il viso graffiato. “Mi volevo fare del male”, ha ammesso lo stesso Guardiola, svelando il mistero dei segni sul suo volto.
La rabbia di Guardiola è comprensibile: mai una sua squadra aveva perso cinque partite di fila, mai il City era stato così lontano dal vertice in Premier League, mai aveva rischiato così tanto l’eliminazione dalla Champions League. Il distacco dal Liverpool, capolista, è di ben 8 punti, mentre in Champions il City occupa un preoccupante 15esimo posto con soli 8 punti dopo cinque giornate.
Le cause della crisi
Quali sono le cause di questa profonda crisi? Guardiola ha ammesso che la fragilità mentale della squadra è uno dei principali problemi. Il City, dominatore del match contro il Feyenoord per lunghi tratti, è stato punito da amnesie difensive e da errori individuali che hanno permesso agli olandesi di ribaltare il risultato. Il tecnico ha anche sottolineato l’impatto degli infortuni, in particolare l’assenza del neo-Pallone d’Oro Rodri.
Un’ulteriore complicazione è rappresentata dal procedimento giudiziario intentato dalla Premier League per presunte violazioni del fair play finanziario. Il City rischia la retrocessione in caso di condanna. Un quadro tutt’altro che sereno, che Guardiola ha cercato di rasserenare prolungando il suo contratto fino al 2025. Ma la sconfitta contro il Tottenham e il pareggio contro il Feyenoord hanno dimostrato che la situazione è ben più complessa.
Il confronto con le altre grandi d’Europa
La crisi del City non è un caso isolato. Anche altre grandi del calcio europeo, come il Paris Saint Germain e il Real Madrid, stanno faticando ad adattarsi alla nuova formula della Champions League. Ma la situazione del City sembra essere più grave. La sconfitta contro il Tottenham e il pareggio contro il Feyenoord hanno evidenziato una fragilità che non si era mai vista prima. La prossima trasferta ad Anfield, contro il Liverpool, potrebbe essere decisiva. Una sconfitta significherebbe un distacco di 11 punti dal capolista e un addio al quinto titolo nazionale consecutivo.
Le scuse di Guardiola
Dopo le polemiche suscitate dalla sua battuta sul volersi fare del male, Guardiola ha cercato di mettere un freno alle critiche. In un post sui social, ha spiegato che la sua risposta era stata data in un momento di stress e che non intendeva minimizzare la gravità dell’autolesionismo. Ha anche colto l’occasione per ricordare l’importanza di cercare aiuto in caso di problemi di salute mentale.
Il futuro del City
Il futuro del City è incerto. La squadra ha bisogno di ritrovare la sua identità e la sua forza mentale. Guardiola dovrà lavorare duramente per riportare il City al vertice del calcio inglese. La prossima partita contro il Liverpool sarà un banco di prova importante. La vittoria sarebbe un segnale di ripresa, la sconfitta un ulteriore passo indietro.
La pressione di Guardiola
La reazione di Guardiola, con i graffi sul viso e la confessione di volersi fare del male, è un segnale della pressione che sta vivendo. Il tecnico catalano è abituato a vincere, e la crisi del City è un duro colpo per la sua reputazione. La sfida è ora quella di ricomporre la squadra e riportare il City al successo.