Un podcast per un femminismo inclusivo
Irene Facheris, formatrice, attivista, scrittrice e podcaster conosciuta sul web come ‘cimdrp’, ha lanciato il podcast “Tutti gli uomini” con l’obiettivo di integrare gli uomini nel dibattito femminista. L’idea alla base del podcast è quella di creare uno spazio di dialogo e riflessione per gli uomini, invitandoli a confrontarsi con temi come il sessismo, la violenza di genere e la cultura patriarcale.
“Tutti gli uomini” nasce da una constatazione: il femminismo italiano ha ancora difficoltà a comunicare efficacemente con il mondo maschile, spesso ricevendo disinteresse, giustificazioni o persino insulti. Facheris ha intervistato 18 uomini della sua vita, chiedendo loro di esprimere “cose che potessero ascoltare altri uomini” e di riflettere sulle loro esperienze e comportamenti.
“Non è mai semplice da ascoltare quando qualcuno ti dice che stai sbagliando”, spiega Facheris, “ma è più accettabile se lo fa uno che è simile a te, che dice ‘guarda che io ho fatto gli stessi sbagli'”.
Il ruolo degli uomini nel femminismo
Secondo Facheris, il ruolo degli uomini nel femminismo non è quello di “invadere” gli spazi femministi, ma di “prendere i propri spazi, che sono la maggior parte, e renderli femministi”.
La podcaster critica l’atteggiamento di molti uomini che si considerano “innocenti” solo perché non hanno mai commesso atti di violenza fisica contro le donne. “Molti sono convinti che, siccome loro non hanno mai molestato, stuprato o ucciso nessuna, allora va tutto bene”, afferma Facheris, “e invece non ci si rende conto di quanto sessismo benevolo, quante micro-aggressioni si facciano quotidianamente nei confronti delle donne”.
Facheris invita gli uomini a riflettere sul loro ruolo nella società e a riconoscere le proprie responsabilità nella perpetrazione del sessismo e della violenza di genere.
L’importanza della cultura e dell’educazione
Facheris sottolinea l’importanza di un cambiamento culturale per contrastare la violenza di genere. “Non penso si possa immaginare di riuscire ad applicare in maniera corretta le leggi che ci sono e, magari, migliorarle se prima non c’è questo cambiamento”, afferma. “Non stupisce che non ci sia cultura sul tema perché non ne parliamo mai, non facciamo educazione sentimentale nelle scuole perché abbiamo paura del ‘gender’ e continuiamo a crescere generazioni che non sono preparate a gestire queste cose”.
Facheris ritiene che l’educazione sentimentale e la discussione aperta su temi come il sessismo e la violenza di genere siano fondamentali per creare una società più equa e giusta.
L’attivismo online e la diffusione della cultura
Facheris riconosce il ruolo dell’attivismo online nella diffusione della cultura e della consapevolezza sociale. “Se io leggo un post di un attivista, attraverso questo mi informo”, afferma, “il mio sguardo sul mondo cambia perché ho scoperto delle cose che prima non sapevo e ho potuto farlo gratuitamente e in maniera accessibile”.
La podcaster sottolinea che l’attivismo online non è un sostituto dell’attivismo offline, ma un modo “dal basso” e facilmente fruibile per esprimersi e creare rete. “Moltissime persone esprimono il loro dissenso online, cercano di creare rete e proporre dei contenuti perché normalmente non possono farlo”, afferma, “ma noi partiamo dal nostro sguardo di persone che in piazza possono andarci mentre la piazza non è accessibile economicamente, perché ci sono barriere architettoniche, non lo è per persone neurodivergenti”.
La politica e la responsabilità della piazza
Facheris critica la politica per la sua scarsa attenzione alle istanze popolari e la sua incapacità di promuovere un vero cambiamento sociale. “Alla politica non gliene frega un cazzo della piazza piena”, afferma, “non mi sembra che le piazze piene facciano cambiare idea ai vertici. E la responsabilità di portare le persone a manifestare dovrebbe essere della politica, ad esempio dell’opposizione, se non piacciono le cose che sta facendo chi è al governo”.
Facheris invita la politica ad assumere un ruolo più attivo nella promozione di un cambiamento sociale e a dare voce alle istanze popolari.
Un passo verso un femminismo inclusivo
Il podcast “Tutti gli uomini” rappresenta un tentativo di superare le barriere comunicative tra il femminismo e il mondo maschile. L’iniziativa di Facheris è lodevole e potrebbe contribuire a creare uno spazio di dialogo e riflessione per gli uomini, invitandoli a confrontarsi con temi importanti come il sessismo e la violenza di genere. Tuttavia, è importante ricordare che il cambiamento culturale richiede un impegno costante e un dialogo aperto tra tutti i membri della società.