Un emendamento controverso
Un emendamento al decreto Fisco, proposto dal governo, sta suscitando polemiche e dubbi. L’obiettivo è quello di modificare il 2 per mille, la quota dell’Irpef che i contribuenti possono destinare al sostegno dei partiti politici, con un’intensa riformulazione della disciplina.
La proposta prevede una drastica riduzione del contributo allo 0,2 per mille, ma introduce una novità fondamentale: anche la quota di chi non esprime una preferenza, l’inoptato che oggi rimane nelle casse dello Stato, andrebbe a sostenere i partiti. Questo allineerebbe il 2 per mille all’8 per mille destinato alle confessioni religiose, dove l’inoptato viene ripartito in proporzione alle scelte espresse.
L’emendamento, se approvato, potrebbe portare la politica ad incassare oltre 40 milioni di euro l’anno, quasi il doppio di quanto riceve oggi.
Il Quirinale solleva dubbi
Il Quirinale, però, ha espresso dubbi sull’emendamento, inviando un avviso alle Camere. I rilievi si basano sulla disomogeneità delle modifiche rispetto al testo del decreto, che deve avere le caratteristiche di necessità e urgenza.
Il Quirinale ritiene che una riforma così profonda richieda un provvedimento ad hoc più articolato, non un emendamento ad un decreto con finalità specifiche. Inoltre, l’emendamento ha un impatto significativo sulle finanze pubbliche.
Reazioni politiche
La proposta ha suscitato reazioni diverse tra i partiti politici. Il M5S ha denunciato un “colpo di mano del governo” e ha annunciato la sua opposizione. Il senatore di Avs Tino Magni ha dichiarato la sua intenzione di ritirare l’emendamento, mentre il Pd attende di vedere come si svilupperanno i lavori sul decreto.
L’emendamento è una riformulazione di proposte avanzate da Avs e Pd, che prevedevano un aumento del tetto del 2 per mille per garantire la copertura integrale delle scelte dei contribuenti, che quest’anno hanno superato i 28 milioni.
Altre modifiche al decreto Fisco
Oltre al 2 per mille, il decreto Fisco contiene altre modifiche, tra cui un nuovo rinvio con rateizzazione dell’acconto di imposte e tasse per le partite Iva. Il governo ha riformulato l’emendamento proposto dalla Lega, che prevedeva il rinvio del pagamento da novembre a gennaio, escludendo però i contributi.
Il pacchetto di riformulati include anche la possibilità di riprogrammare i fondi del Pnrr per sport e inclusione sociale, mentre chi estingue in anticipo la cessione del quinto avrà meno rimborsi.
Un’opportunità persa?
L’emendamento al 2 per mille rappresenta un’opportunità persa per una vera riforma del sistema di finanziamento dei partiti. La riduzione del contributo e la destinazione dell’inoptato ai partiti non affrontano le questioni di fondo, come la trasparenza e la correttezza del sistema. Un’occasione sprecata per una riforma più ampia e incisiva, che avrebbe potuto garantire maggiore equità e democraticità.