Speranza per la tregua, ma con cautela
Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha espresso cauta speranza per l’atteso accordo di tregua in Libano, dichiarando: “Siamo speranzosi ma non posso dire molto di più. L’esperienza in Gaza ci ha mostrato che possiamo avere speranza ma anche essere consapevoli che può non andare in porto”.
Resistenza e confini
Bou Habib ha poi sottolineato la stretta correlazione tra la questione dei confini e la persistenza della resistenza: “Fino a quando ci sarà occupazione ci sarà resistenza. Fino a quando Israele non accetterà di accordarsi sul confine una volta per tutte credo che la resistenza continuerà sempre a riemergere. Che li si voglia chiamare terroristi o meno”.
Stabilità e ricostruzione
Il ministro ha evidenziato la necessità di una soluzione definitiva per la questione dei confini per garantire la stabilità del Paese: “E per noi, per avere uno Stato stabile dobbiamo accordarci sui confini”.
Crisi economica e ricostruzione
Bou Habib ha ricordato la grave crisi economica che affligge il Libano da anni, ma si è detto fiducioso che “una volta ottenuta la sicurezza e la stabilità saremo in grado di ricostruire gradualmente il Paese”.
La complessità del conflitto
Le dichiarazioni di Bou Habib mettono in luce la complessità del conflitto in Libano, dove la questione dei confini si intreccia con la questione della resistenza e della sicurezza. La speranza per la tregua è un segnale positivo, ma la strada verso una pace duratura è ancora lunga e tortuosa. La risoluzione della crisi economica, strettamente legata alla stabilità politica, rappresenta un’ulteriore sfida per il Libano.