Un film per dare voce alle vittime di incesto
Emmanuelle Béart, attrice francese di fama internazionale, ha presentato al Torino Film Festival il suo nuovo documentario, “Un silence si Bruyant”, codiretto con la regista ucraina Anastasia Mikova. Il film affronta il delicato tema dell’incesto, un argomento che la Béart ha deciso di affrontare in prima persona, essendo stata vittima di abusi in passato.
“Ho realizzato questo documentario sull’incesto perché l’ho vissuto e da anni desideravo fare qualcosa di questa brutta esperienza”, ha dichiarato l’attrice. “Io col tempo ero riuscita a superarla, ma dovevo comunque prendere la parola, far conoscere quello che non è facile dire”.
Nel film, la Béart non si sofferma sui dettagli dei suoi abusi, ma piuttosto cerca di comprendere il trauma attraverso le testimonianze di quattro persone di età diverse, tra gli undici e i cinquantadue anni. “L’importante oggi è essere ascoltati”, ha sottolineato l’attrice, che si batte affinché il film sia visto in tutto il mondo.
Un problema diffuso e una necessità di ascolto
“Questo è un problema che c’è ovunque”, ha affermato la Béart, evidenziando che gli abusi non riguardano solo le bambine, ma anche i bambini. “Va detto che gli aggressori sono al novanta per cento uomini”, ha aggiunto. La situazione, secondo l’attrice, si è evoluta nel tempo, con una maggiore consapevolezza del problema e una maggiore solidarietà tra le vittime. Tuttavia, la problematica rimane grave: “Nella sola Francia ogni anno 160.000 bambini subiscono abusi, una cifra spaventosa”.
La Béart ha sottolineato come l’arte e la sua professione di attrice l’abbiano aiutata a elaborare il suo trauma. “In quanto artista ho potuto per mestiere far uscire la mia rabbia, i miei sentimenti e questo mi ha salvato”, ha spiegato. “Fare poi ‘Un silence si Bruyant’ mi ha fatto sentire perché se per me la cosa era superata, andava meglio ora sentivo solo il bisogno di divulgarla”.
Le testimonianze di quattro persone
Il documentario presenta le testimonianze di quattro persone che hanno subito abusi in età diverse. Norma racconta le conseguenze dello stupro subito dal suo patrigno per dieci anni. Joachim ha subito abusi da entrambi i genitori durante l’infanzia. Sarah, madre di una bambina di undici anni, ha subito abusi dal padre per anni. Infine, Pascale, la più anziana del gruppo, ha represso i suoi ricordi per anni, fino a quando a trentacinque anni ha iniziato ad avere attacchi di panico, fobie e momenti di profonda tristezza.
La Béart ha spiegato che è stato necessario un anno per entrare in contatto con queste persone e assicurarsi che fossero pronti a parlare senza subire un ulteriore trauma. “Non volevo però che a parlare fossero specialisti, volevo solo essere umani”, ha concluso.
L’importanza di dare voce alle vittime
“Un silence si Bruyant” è un film coraggioso e necessario che affronta un tema delicato e spesso tabù. La scelta di Emmanuelle Béart di condividere la sua esperienza personale e di dare voce ad altre vittime è un atto di grande coraggio e un importante passo avanti nella lotta contro l’incesto. Il film è un monito per tutti noi: non dobbiamo mai sottovalutare la gravità del problema e dobbiamo essere pronti ad ascoltare e a sostenere le vittime di abusi.