La denuncia delle ex ‘Farfalle’
Le ex ginnaste della Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica, Anna Basta e Nina Corradini, hanno presentato una segnalazione alla Procura Generale del Coni, alla Commissione Federale di Garanzia della Federginnastica e alla Procura Federale della Federginnastica, per chiedere la riapertura delle indagini sul caso che ha coinvolto le allenatrici Emanuela Maccarani e Olga Tishina. Le ex atlete, insieme all’Associazione ChangeTheGame, sostengono che la giustizia federale abbia archiviato il caso con un’ammonizione per la Maccarani, senza indagare a fondo sulle accuse di abusi psicologici. La denuncia si basa sulla convinzione che ci siano elementi sufficienti per riaprire le indagini, in particolare sulla base della richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Monza nell’agosto scorso, che secondo i legali delle ginnaste presenta elementi di novità tali da poter riaprire il caso sul piano sportivo.
La voce delle ex ginnaste
“La giustizia ci è stata rubata fin dall’inizio”, ha dichiarato Anna Basta, sottolineando come il sistema abbia ignorato le voci delle atlete, definendole “imbroglione”. “Parliamo di un sistema che ha ignorato centinaia di voci, dandoci delle imbroglione, quando bastava semplicemente prestare attenzione, fare un po’ di silenzio, e ascoltare”, ha aggiunto Basta. Nina Corradini ha specificato che la denuncia non è frutto di “invidia o per ricerca di visibilità”, ma “perché è nostra responsabilità e responsabilità di tutti, far sì che questo non accada più e che lo sport torni ad essere motivo solo di gioia e adrenalina”.
Le richieste della segnalazione
La segnalazione, presentata a Roma a Palazzo Grazioli, è a carico di Emanuela Maccarani, del Presidente della Fgi Gherardo Tecchi e del Procuratore Federale Michele Rossetti. Le ex ginnaste chiedono la sospensione cautelare in attesa dell’eventuale riapertura di nuove indagini. La loro richiesta si basa sulla convinzione che la giustizia federale non abbia svolto un’indagine approfondita e che ci siano elementi sufficienti per riaprire il caso e garantire una giustizia equa alle atlete coinvolte.
Un caso che non si chiude
La denuncia delle ex ‘Farfalle’ riaccende il dibattito sulla tutela degli atleti e sulla necessità di un sistema sportivo che garantisca la loro sicurezza e il loro benessere psicologico. La vicenda pone in luce l’importanza di un’indagine approfondita e trasparente, che non si limiti a un’ammonizione superficiale, ma che affronti con serietà e rigore le accuse di abusi psicologici. Il caso delle ex ginnaste è un monito per il mondo dello sport, che deve impegnarsi a creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti gli atleti.