L’operazione antimafia
L’operazione, condotta dal Servizio Centrale Operativo di Roma e dalla Squadra mobile di Polizia di Como, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano, ha portato all’esecuzione di 25 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 5 agli arresti domiciliari. Le persone coinvolte sono residenti in Lombardia, Piemonte e Calabria.
Le accuse mosse agli arrestati sono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante dell’essere l’associazione armata; poi usura ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, autoriciclaggio per aver riutilizzato i proventi dell’attività di spaccio per acquistare locali pubblici e finanziare società intestate fittiziamente prestanome e, infine, per avere indebitamente percepito finanziamenti con garanzia pubblica ottenuti attraverso presentazione di falsa documentazione contabile.
Le attività illecite delle organizzazioni
Le indagini hanno svelato le attività illecite di due organizzazioni criminali, operanti nel Comasco, dedite al narcotraffico e alla gestione delle locali piazze di spaccio. Il modus operandi è tipicamente mafioso, con estorsioni legate a prestiti usurari ai danni di commercianti e imprenditori locali, attivi nei settori tessile, calzaturiero e dell’automotive, nonché l’indebito conseguimento di erogazioni pubbliche garantite dal “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” del Ministero delle Imprese e del made in Italy.
Tra i capi di imputazione vi è infatti quello relativo a un mutuo di 700mila euro, garantito dal fondo di garanzia per le Pmi, ottenuto attraverso società di comodo, create ad hoc per l’emissione di fatture fittizie. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati anche 690mila euro in contanti, nascosti nel doppiofondo di un’auto utilizzata dagli indagati.
La ‘ndrangheta in Lombardia: un problema persistente
Le indagini hanno confermato la presenza e il potere della ‘ndrangheta in Lombardia. I vertici delle organizzazioni criminali, forti della loro appartenenza e cultura mafiosa, non si sono fatti scrupolo ad usare violenza nei confronti delle vittime di usura che non restituivano i prestiti ricevuti.
Secondo gli investigatori, il traffico di stupefacenti è uno dei modi principali con cui le organizzazioni criminali accumulano ricchezze, ma anche un consolidato strumento per imporsi nei territori di riferimento. L’egemonia nel traffico di stupefacenti e una diffusa attività di usura sono state agevolate non solo dalla disponibilità di armi da parte dei vertici ma anche da sistematiche minacce che facevano riferimento alla contiguità di alcuni degli indagati a pericolose cosche della ‘ndrangheta, da tempo radicate nel comasco.
L’importanza della lotta alla criminalità organizzata
L’operazione antimafia condotta in Lombardia dimostra ancora una volta l’importanza della lotta alla criminalità organizzata. La ‘ndrangheta, nonostante le numerose operazioni di contrasto, continua a rappresentare una grave minaccia per la sicurezza e l’economia del Paese. È fondamentale continuare a investire in forze dell’ordine e in indagini, ma anche a promuovere iniziative di prevenzione e di contrasto alla diffusione della cultura mafiosa. La società civile ha un ruolo fondamentale in questo processo, denunciando qualsiasi sospetto e promuovendo la legalità.