Dubbi sulla tempistica del mandato d’arresto
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso dubbi sulla tempistica del mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) contro Benyamin Netanyahu, dichiarando che ‘ho qualche dubbio sulla sua utilità in questo momento in cui invece bisogna arrivare alla pace’. Secondo Tajani, ‘se si sttacca un contendente in modo così forte è più difficile arrivare ad un accordo di pace’.
La posizione dell’Italia sulla CPI
Tajani ha ribadito il sostegno dell’Italia alla CPI, ma ha sottolineato che la Corte ‘deve agire puntando sul diritto e non sulla politica’. Il ministro ha aggiunto che è ‘inconcebile’ mettere sullo stesso piano un ‘terrorista che ha pianificato omicidi di israeliani casa per casa con un capo di governo eletto democraticamente e amico dell’occidente’, anche se ‘non si è d’accordo su come ha reagito a Gaza’.
Discussioni con i partner internazionali
Tajani ha annunciato che si discuterà della situazione con i partner internazionali, anche in occasione del G7 Esteri in programma da domani a Fiuggi. Il ministro ha dichiarato che si procederà con ‘prudenza, lettura delle carte, discuteremo cosa fare’ con i partner.
L’impegno per la pace
La dichiarazione di Tajani evidenzia l’importanza di un approccio equilibrato e pragmatico alla situazione in Medio Oriente. Il suo appello alla prudenza e alla ricerca di una soluzione pacifica è un segnale positivo, ma è importante che la comunità internazionale si impegni in modo concreto per favorire il dialogo e la risoluzione del conflitto.