Un nuovo illecito disciplinare per i magistrati
Il decreto introduce un nuovo illecito disciplinare per i magistrati, che si verificherebbe in caso di “consapevole inosservanza del dovere di astensione” o quando sussistono “gravi ragioni di convenienza”. Il ministro della Giustizia avrebbe quindi la facoltà di promuovere azioni disciplinari nei confronti di un magistrato che esprime opinioni pubbliche su temi di cui si occupa. Questa norma ha già suscitato critiche da parte di alcune correnti delle toghe, che temono una “legge bavaglio” e dubitano dell’urgenza di inserirla in un decreto legge.
La Procura antimafia al timone delle indagini cibernetiche
Il decreto affida alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo il compito di coordinare le indagini per la sicurezza nazionale cibernetica. Il procuratore nazionale avrà il potere di “impulso” nei confronti dei procuratori distrettuali per il coordinamento delle attività di indagine su crimini informatici che riguardano sistemi informatici di interesse pubblico, come quelli militari, dell’ordine pubblico, della sanità e della protezione civile. Questa norma ha sollevato perplessità in alcuni ambienti di governo, come Forza Italia.
Altre misure contenute nel decreto
Oltre alle norme sui magistrati e sulle indagini cibernetiche, il decreto contiene una serie di altre misure, tra cui la proroga dell’incarico del commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria fino al 31 dicembre 2026, norme su crisi d’impresa e insolvenza, disposizioni in materia di funzioni direttive di legittimità, proroga del termine per le elezioni dei consigli giudiziari e del consiglio direttivo della Corte di cassazione, disposizioni in materia di magistrati assegnati ai procedimenti in materia di famiglia, copertura degli obblighi assicurativi contro le malattie e gli infortuni in favore dei soggetti impegnati in lavori di pubblica utilità, disposizioni in materia di corsi di formazione per incarichi direttivi e semi direttivi e disposizioni in materia di funzioni e compiti dei giudici onorari di pace.
Il delicato equilibrio tra sicurezza e libertà
Il decreto solleva importanti questioni relative al delicato equilibrio tra la sicurezza nazionale e la libertà di espressione dei magistrati. L’introduzione di un nuovo illecito disciplinare per “gravi ragioni di convenienza” rischia di limitare il diritto di critica e di opinione dei magistrati, mentre l’affidamento delle indagini cibernetiche alla Procura antimafia potrebbe generare preoccupazioni sulla concentrazione di poteri in un’unica autorità.