Un nuovo atto vandalico
Nella notte tra il 19 e il 20 novembre, la sede romana di Pro Vita & Famiglia Onlus, in Viale Manzoni, è stata nuovamente oggetto di un atto vandalico. Le telecamere di sicurezza hanno ripreso due individui con il volto coperto che, intorno all’1:30, si sono presentati davanti alla sede con buste piene di bombolette spray e strumenti per la saldatura. In circa quindici minuti, hanno imbrattato le serrande della Onlus con gli slogan “Rabbia, Rivolta, Vendetta Trans”, procedendo poi a sigillare le serrande al basamento con materiale nero simile a pece e otturando col silicone le serrature del lucchetto, dell’avvolgibile della serranda e della posta.
Il quattordicesimo attacco in tre anni
“È il quattordicesimo attacco vandalico alla nostra sede in meno di tre anni”, ha commentato il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, Jacopo Coghe, che ha trovato la sede vandalizzata questa mattina. “Questa volta hanno alzato il tiro, manomettendo le serrature e impedendoci di entrare per fare il nostro lavoro”. Coghe ha sottolineato che l’aggressione è avvenuta nell’anniversario del Transgender Day of Remembrance e a un anno dall’assalto alla sede dello scorso 25 novembre, quando 200 partecipanti al corteo trans-femminista contro la violenza sulle donne hanno accerchiato l’ufficio, lanciato oggetti contro la Polizia, sfondato la vetrina e gettato all’interno un ordigno incendiario che non si è attivato solo perché la miccia si è staccata cadendo a terra.
Un clima di odio e demonizzazione
Il presidente della Onlus, Antonio Brandi, ha affermato che questi attacchi sono “la diretta conseguenza di un clima di odio e demonizzazione contro gli attivisti Pro Vita fomentato dalla Sinistra, dai media mainstream e dai collettivi Lgbtq”. Brandi ha chiesto a tutti i partiti di prendere ufficialmente le distanze da questi atti intimidatori e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di aumentare la sicurezza in vista della manifestazione di Non Una Di Meno di sabato 23 novembre, che passerà proprio nelle vie limitrofe alla sede.
Un contesto di crescente tensione
L’episodio si inserisce in un contesto di crescente tensione sociale e politica, caratterizzato da un acceso dibattito sui diritti LGBTQ+ e da una polarizzazione crescente tra differenti posizioni ideologiche. È importante sottolineare che la violenza non è mai una soluzione e che la libertà di espressione e il diritto di dissenso devono essere sempre garantiti. In un contesto democratico, il confronto e il dialogo sono gli strumenti più efficaci per risolvere le divergenze e costruire una società più inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti.