La decisione di Poste Italiane
Poste Italiane ha deciso di interrompere l’acquisto di crediti del Superbonus a partire dal 30 maggio 2024. La società ha pubblicato un avviso sul proprio sito web, nella sezione dedicata al Superbonus e altri crediti d’imposta, comunicando la sospensione delle nuove richieste di cessione dei crediti d’imposta.
“A partire dal 30 maggio 2024, non è più possibile effettuare nuove richieste di cessione di crediti d’imposta, ai sensi del DL 19 maggio 2020 n.34, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020 n.77 e s.m.i”, si legge nell’avviso.
Le richieste già pervenute
Le richieste di cessione pervenute prima del 30 maggio 2024 saranno comunque valutate da Poste Italiane secondo i processi ordinari e la normativa vigente. Tuttavia, la società si riserva il diritto di accettare o meno le singole richieste, a proprio insindacabile giudizio.
Il Superbonus: un’agevolazione fiscale in crisi
Il Superbonus è un’agevolazione fiscale introdotta nel 2020 per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici. Il bonus prevedeva una detrazione fiscale del 110% per interventi di efficientamento energetico, come l’isolamento termico, la sostituzione degli impianti di riscaldamento e l’installazione di pannelli fotovoltaici.
Tuttavia, il Superbonus è stato oggetto di numerose critiche e polemiche, soprattutto per la sua gestione complessa e per il rischio di frodi. Negli ultimi mesi, il governo ha introdotto diverse modifiche al bonus, riducendo la percentuale di detrazione e restringendo le tipologie di interventi ammessi.
La decisione di Poste Italiane di bloccare l’acquisto di crediti Superbonus si inserisce in questo contesto di incertezza e di crescente complessità del bonus.
Un segnale di difficoltà per il Superbonus
La decisione di Poste Italiane di bloccare l’acquisto di crediti Superbonus rappresenta un segnale importante, che evidenzia le difficoltà che sta incontrando il bonus. La società, che in passato ha svolto un ruolo importante nel mercato dei crediti Superbonus, ha deciso di sospendere la propria attività, probabilmente a causa dei rischi e delle incertezze che caratterizzano il bonus. È probabile che anche altre società seguano l’esempio di Poste Italiane, con conseguenze negative per il settore delle riqualificazioni energetiche.