Smentita sulla caduta di Berlusconi
L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, in un’intervista al Corriere della Sera, ha smentito categoricamente le voci che la volevano coinvolta nella caduta di Silvio Berlusconi. “Se ho chiesto la testa di Berlusconi, in particolare durante una telefonata con Napolitano? Smentisco categoricamente. Non mi sono mai immischiata negli affari interni di un Paese amico. E di questa variante non avevo mai sentito parlare”, ha dichiarato Merkel.
La ex cancelliera ha aggiunto che non crede che una conferenza stampa con Nicolas Sarkozy abbia contribuito alla caduta di Berlusconi: “Non è assolutamente possibile che un capo di governo straniero causi la caduta di un altro. Questo ha sempre a che fare con i fatti interni di un Paese”.
Rapporti con i leader italiani
Merkel ha poi parlato dei suoi rapporti con i vari premier italiani, descrivendoli come “amichevoli” e caratterizzati da una “cooperazione” per raggiungere “comuni compromessi europei”. Ha ricordato la sua stima per Prodi, con cui aveva lavorato durante la sua presidenza della Commissione europea, e ha definito Berlusconi come un leader che “si adoperava sempre per raggiungere comuni compromessi europei”, sebbene la cooperazione con lui si sia fatta più difficile durante la crisi dell’euro.
La ex cancelliera ha poi descritto il suo rapporto con Monti, definendolo “affascinato dalla Germania, ma sempre in guardia”, e ha ricordato il suo incontro con Renzi, da sindaco di Firenze, in cui aveva espresso la sua opinione che l’Italia doveva semplicemente fare delle riforme. Ha poi parlato della sua collaborazione con Conte e Gentiloni, definendoli come leader con cui ha “stabilito una collaborazione di fiducia” e che hanno “rafforzato la coesione europea”. Infine, ha ricordato la sua collaborazione con Draghi, con cui ha “preparato insieme con successo il G20 di Roma nel novembre 2021 sotto le difficili condizioni della pandemia”.
L’euro e il ‘whatever it takes’
Nel corso dell’intervista, Merkel ha anche parlato del famoso ‘whatever it takes’ di Draghi, dichiarando di aver “parlato spesso con Draghi dell’euro e della sua salvezza”, e di aver “chiarito che sosteneva una rigorosa separazione tra le azioni dei governi e quelle delle banche centrali, per me un principio costitutivo dell’euro”.
La ex cancelliera ha affermato che Draghi “la vedeva alla stessa maniera”, e che “non era necessario parlarne ulteriormente”. Ha aggiunto che Draghi “era d’accordo che noi facessimo tutto il possibile, attraverso le riforme, per rafforzare l’economia dei nostri Paesi”, e che “ha compreso al 100% che non mi sarei mai intromessa nella politica monetaria”.
La Russia di Putin
Merkel ha poi espresso la sua opinione su Putin, dichiarando di “conoscere molto bene le intenzioni di Putin”, e di “sapere che non avevamo a che fare con un amico dell’Europa”. Ha spiegato che la sua risposta non è stata di “non avere più alcun rapporto con Putin”, ma piuttosto di “cercare di impedire l’invasione dell’Ucraina attraverso colloqui, a volte anche molto polemici nei quali non ho usato alcun giro di parole”.
La ex cancelliera ha aggiunto che “per un certo periodo ha funzionato”, ma che “con l’inizio della guerra russa contro l’Ucraina, la situazione è fondamentalmente cambiata”. Ha poi criticato le azioni di Putin, definendolo come un leader che “cercava di fare della Russia di nuovo una grande potenza”, ma che “non era in grado di farlo sul piano economico, attraverso il benessere per tutti”, e che “ci ha invece provato con i metodi imparati nel Kgb, attraverso la forza militare e il nazionalismo”.
Nord Stream 2 e Trump
Merkel ha poi spiegato le ragioni per cui nel 2015 non ha bloccato il progetto del gasdotto Nord Stream 2, dichiarando di “considerare mio compito assicurare che l’economia tedesca potesse sfruttare la possibilità di avere gas a buon mercato”, e che “per ragioni politiche volevo mantenere rapporti economici con la Russia perché anche quel Paese potesse partecipare al benessere”.
Infine, Merkel ha espresso la sua opinione su Trump, definendolo come un leader per cui “non ci sono mai situazioni ‘win win'” e che “è fissato che ci fossero, secondo lui, troppe auto tedesche a New York”. Ha aggiunto che Trump “aveva sempre detto che, se fosse diventato presidente avrebbe imposto dazi così alti che sarebbero sparite dalle strade di Manhattan”.
L’eredità di Merkel
Le parole di Angela Merkel offrono uno spaccato interessante sull’approccio diplomatico tedesco nei confronti di diverse crisi internazionali e sulla sua visione dei leader politici di diversi Paesi. La sua difesa della cooperazione internazionale, della ricerca di compromessi e del rispetto della sovranità degli stati è un messaggio importante in un mondo sempre più polarizzato. La sua analisi di Putin e del suo progetto di rilancio della Russia come grande potenza è particolarmente acuta, e la sua critica al ‘whatever it takes’ di Draghi, pur rispettosa, evidenzia una diversa visione sull’utilizzo degli strumenti economici per la salvaguardia dell’euro.