Del Vecchio nega il coinvolgimento in accessi abusivi e cyber-spie
Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del magnate dell’occhialeria Leonardo Del Vecchio, ha negato di aver mai voluto concorrere negli accessi abusivi e di essere coinvolto nella presunta rete di cyber-spie con base a Milano. L’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, difensore del giovane imprenditore, ha dichiarato che Del Vecchio è stato interrogato dalla Procura e che le accuse nei suoi confronti riguardano esclusivamente l’incarico a De Marzio per l’acquisizione di informazioni.
Secondo l’avvocato Mascalchi, Del Vecchio “ha dimostrato di non aver mai voluto concorrere negli accesi abusivi, uniche incolpazioni che lo coinvolgono a titolo di concorso per ‘aver incaricato De Marzio ad acquisire informazioni'”. Il legale ha sottolineato che in merito alle “vicende relative al trojan” con il pm “si è chiarito che tali fatti non sono contestati a Leonardo Maria Del Vecchio e non vengono contemplati nei capi di incolpazione nei suoi confronti”.
Il trojan e il falso report
L’avvocato Mascalchi ha precisato che riguardo al trojan, “è accusato solamente Calamucci (Nunzio Samuele, la mente tecnologica del gruppo, ndr.) per aver creato un falso report per cercare di venderlo ad alto prezzo”. Il difensore ha aggiunto che “il trojan non è stato mai messo nel telefono della Serfaty”, la fidanzata di allora di Del Vecchio.
Inoltre, “neanche i fatti del report falso sul fratello Claudio Del Vecchio sono oggetto di incolpazione nei confronti di Leonardo Maria Del Vecchio: il reato di falso è contestato solamente a Calamucci che riceveva in subappalto i lavori da De Marzio”.
Contratto di consulenza con Neys Agency
L’avvocato Mascalchi ha dichiarato che durante l’interrogatorio “abbiamo dimostrato con prove documentali, acquisite dalla stessa Procura, di aver pagato alla società Neys Agency di De Marzio” quanto dovuto per “un contratto di consulenza e ‘nel rispetto delle leggi’ per servizi di Loss-protection, incarichi leciti aventi ad oggetto attività di analisi reputazionali su potenziali controparti contrattuali, Kyc, attività di adeguata verifica della controparte e cyber security”.
L’ombra delle cyber-spie
Il caso di Leonardo Maria Del Vecchio è un tassello di un’indagine più ampia che coinvolge una presunta rete di cyber-spie con base a Milano. L’inchiesta, condotta dalla Dda e dalla Dna, si concentra sull’attività di spionaggio digitale condotta da un gruppo di persone, tra cui il presunto leader, Enrico Pazzali, e la mente tecnologica, Nunzio Samuele Calamucci. Le accuse riguardano l’utilizzo di trojan per spiare i telefoni di persone di interesse, la creazione di falsi report e l’acquisizione di informazioni riservate. L’indagine è in corso e si preannuncia complessa, con numerosi interrogatori e acquisizioni di prove in corso.