Violenze sistematiche e torture nel reparto blu
Un’inchiesta condotta dalla Procura di Trapani ha svelato un quadro agghiacciante di violenze e torture subite dai detenuti nel reparto blu del carcere Cerulli. Il procuratore Gabriele Paci ha descritto il reparto come un luogo dove venivano portati i detenuti in isolamento, con problemi psichiatrici o psicologici, e che subivano violenze e torture. “Alcuni agenti agivano con violenza non episodica ma con una sorta di metodo per garantire l’ordine”, ha affermato Paci. Il gip Giancarlo Caruso ha qualificato la violenza come tortura in alcuni casi.
Le violenze includevano “azioni di gruppo” come spogliare i detenuti, investirli con lanci d’acqua mista a urina e praticare violenza gratuita e inconcepibile. Paci ha sottolineato che “a volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d’acqua mista a urina e praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile”.
Il procuratore ha paragonato il reparto blu a “un girone dantesco” e ha citato “I Miserabili” di Victor Hugo, sottolineando la brutalità e la crudeltà che si sono verificate nel carcere. “Fino a quel momento non vi erano telecamere – ha spiegato il procuratore Paci – In questa sorta di girone dantesco sembra leggere parti dei Miserabili di Victor Hugo.”
L’indagine e le misure cautelari
L’indagine, che si è sviluppata dal 2021 al 2023, si basa sulle dichiarazioni dei detenuti, approfondite e verificate. Il nucleo investigativo di Palermo ha seguito le indagini e installato le telecamere dalle quali emergono le violenze.
Ieri sera sono state eseguite undici misure cautelari e quattordici misure interdittive di sospensione dall’esercizio della funzione nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria del carcere Cerulli di Trapani. Il gip non ha accolto tutte le richieste, gli indagati sono 46.
Il procuratore ha anche evidenziato lo stato di degrado e lo stress generale che si viveva nel carcere anche per gli agenti di polizia penitenziaria, ma ha sottolineato che “questo non legittima assolutamente le violenze”.
La necessità di un intervento urgente
La scoperta di un sistema di torture all’interno di un carcere italiano è un evento gravissimo che richiede un intervento immediato e incisivo. È fondamentale che le autorità competenti prendano provvedimenti immediati per garantire la sicurezza e la dignità dei detenuti, nonché per assicurare che simili violenze non si ripetano. La situazione nel carcere di Trapani evidenzia la necessità di un’attenta riforma del sistema penitenziario italiano, con particolare attenzione alla formazione del personale e alla prevenzione di abusi e violenze.