Il dramma dei minatori illegali in Sudafrica
Una squadra di soccorso è stata inviata in una miniera d’oro abbandonata a Stilfontein, 150 chilometri a sud-ovest di Johannesburg, in Sudafrica, per recuperare i minatori illegali che si trovano intrappolati sottoterra. La missione di salvataggio è stata ordinata dal Ministro della Polizia Senzo Mchunu, che ha sottolineato la sua volontà di salvare il maggior numero di minatori possibile. Tuttavia, la Ministra della Presidenza Khumbudzo Ntshavheni ha espresso una posizione diversa, sostenendo che i minatori illegali, noti come “Zama Zama” in lingua Zulu, dovrebbero essere stanati, arrestati e perseguiti. La polizia ha confermato che i minatori si rifiutano di uscire dal pozzo per paura di essere arrestati.
Le parole di un minatore salvato
Ayanda Ndabeni, 36 anni, padre di quattro figli, è stato uno dei primi minatori a essere salvato dalle profondità della miniera. In un’intervista a News24, Ndabeni ha espresso il suo desiderio di tornare sottoterra per recuperare l’oro che ha estratto e che ha lasciato nascosto nel pozzo per paura di essere arrestato. “Ho ricavato abbastanza oro. Non l’ho portato in superficie, perché temevo di essere arrestato. Il mio oro mi attenderà sottoterra. Tornerò a prenderlo alla prima opportunità”, ha dichiarato Ndabeni. “Mi appello alla polizia affinché ci venga permesso di tornare in profondità (2km sotto). Siamo poveri e disoccupati. Le nostre famiglie contano su di noi per la sopravvivenza.”
La difficile situazione dei minatori illegali
Ndabeni ha anche sottolineato la difficile situazione in cui vivono i minatori illegali, descrivendoli come persone disperate che cercano di sopravvivere in condizioni estreme. “La gente deve smettere di trattarci come criminali. Non siamo criminali. La disoccupazione ci ha portato qui. Nella clandestinità siamo uniti. Non c’è xenofobia. Siamo tutti africani. Abbiamo molti cittadini di Paesi vicini che lavorano con noi”, ha detto. Ndabeni ha anche rivelato che alcuni minatori illegali trascorrono più di due anni sottoterra.
Un dilemma etico e sociale
La situazione dei minatori illegali in Sudafrica solleva un dilemma etico e sociale complesso. Da un lato, è comprensibile la necessità di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Dall’altro, è importante considerare le motivazioni che spingono le persone a rischiare la vita in condizioni così pericolose. La disoccupazione e la povertà sono fattori determinanti, e la criminalizzazione dei minatori illegali potrebbe non essere la soluzione più efficace. Forse è necessario adottare un approccio più umano e pragmatico, che tenga conto delle difficoltà socio-economiche che spingono le persone a intraprendere questo tipo di attività.