La prima bozza del documento finale è in arrivo, ma le trattative sono ancora in corso
La presidenza della Cop29 punta a chiudere la prima bozza del documento finale entro la mezzanotte di oggi, ma le trattative sono ancora in corso e le posizioni dei Paesi sono lontane. Lo ha dichiarato ai giornalisti il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, sottolineando che “siamo ancora ai rapporti incrociati, ai continui incontri, non si è ancora chiuso niente”.
La prima bozza sarà presentata agli sherpa e ai capi negoziatori, tra cui il commissario europeo per l’Ambiente, Oceans and Fisheries, Virginijus Sinkevičius, e la presidenza ugherese.
L’obiettivo della presidenza azera è “arrivare nella giornata di domani a vedere come si riesce a chiudere”, ma Pichetto ha ammesso che “le posizioni sono ancora lontane”.
Il nodo della finanza climatica
Uno dei nodi principali delle trattative riguarda la finanza climatica, con richieste molto alte da parte dei Paesi in via di sviluppo. Pichetto ha spiegato che “nella parte finanziaria ci sono ancora richieste molto alte da parte dei paesi in via di sviluppo. Cifre colossali, non raggiungibili. Si sta lavorando per trovare formulazioni che prevedano anche i fondi multilaterali e quelli privati, e su come misurarli”.
Il problema tecnico degli Stati Uniti sul mercato internazionale delle emissioni
Un altro punto di stallo riguarda il mercato internazionale delle emissioni, previsto all’articolo 6 dell’Accordo di Parigi. Pichetto ha spiegato che c’è un problema tecnico riguardante gli Stati Uniti: “L’articolo prevede un registro dei crediti di carbonio complessivo, ma gli Stati Uniti non hanno un registro unico, ce li hanno i singoli stati. Su questo si sta tentando una soluzione”.
La sfida della Cop29: un compromesso tra ambizione e realismo
La Cop29 si trova di fronte a una sfida ardua: trovare un compromesso tra le ambizioni di mitigare i cambiamenti climatici e la realtà delle posizioni dei diversi Paesi. La questione della finanza climatica è particolarmente delicata, con i Paesi in via di sviluppo che chiedono un sostegno maggiore per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico, mentre i Paesi sviluppati cercano di trovare un equilibrio tra le proprie responsabilità e le proprie capacità. Il nodo del mercato internazionale delle emissioni, con il problema tecnico degli Stati Uniti, aggiunge un’ulteriore complessità alle trattative. Sarà interessante vedere se la presidenza azera riuscirà a trovare una soluzione che soddisfi le esigenze di tutti i Paesi e consenta di fare un passo avanti nella lotta al cambiamento climatico.