Lucci e il traffico di droga
Il capo ultrà milanista Luca Lucci è stato nuovamente arrestato, questa volta in seguito a una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’accusa riguarda una serie di presunti episodi di spaccio di droga, in particolare di hashish, per “ingenti quantitativi”. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Pavia e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno svelato un canale di importazione dalla Spagna e rivendita a Milano.
Secondo le indagini, Lucci avrebbe operato soprattutto nel quartiere della Comasina, con contatti con la ‘ndrangheta dei Barbaro. L’ordinanza non gli contesta l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, che invece riguarda una decina di persone tra i 20 arrestati.
Altri indagati e la situazione nel quartiere Barona
Oltre a Lucci, altri due indagati sono risultati irreperibili. Le indagini hanno inoltre evidenziato la presenza di Nazzareno Calajò, detto “Nazza”, nel quartiere Barona di Milano. Calajò è stato destinatario di una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per episodi di spaccio. Di recente, è stato condannato a 17 anni e 9 mesi di reclusione in un altro processo milanese per traffico di droga.
Considerazioni
La nuova ordinanza di custodia cautelare per Luca Lucci evidenzia un problema persistente di traffico di droga a Milano, con presunti legami tra il mondo ultrà e la criminalità organizzata. L’inchiesta solleva interrogativi sulla pervasività del fenomeno e sulla necessità di azioni incisive per contrastare il narcotraffico in città. La presenza di un canale di importazione dalla Spagna suggerisce una rete di connessioni internazionali che richiedono un’azione coordinata tra le forze dell’ordine di diversi paesi. La condanna di Nazzareno Calajò, già condannato per traffico di droga, dimostra la persistenza del fenomeno nel quartiere Barona e la necessità di interventi mirati per contrastare lo spaccio in aree sensibili della città.