Le criptovalute come fiche da casinò
La direttrice generale della Banca d’Italia, Chiara Scotti, ha lanciato una critica severa alle criptovalute come Bitcoin ed Ethereum, definendole come ‘fiche da casinò’ in un discorso pronunciato all’Università di Firenze. Secondo Scotti, queste criptovalute non possono essere considerate vere e proprie ‘criptovalute’, in quanto non sono emesse o garantite da un soggetto identificabile. La loro creazione è affidata a software che seguono algoritmi, e il loro scopo principale è quello di far funzionare reti decentralizzate.
Instabilità e rischio di speculazione
Scotti ha sottolineato la natura altamente volatile delle criptovalute, evidenziando come il loro prezzo possa oscillare drasticamente in pochi minuti a causa di eventi come attacchi informatici, post sui social media o attività speculative. Questo le rende uno strumento finanziario estremamente instabile e rischioso per gli investitori.
Usi illeciti e mancanza di valore intrinseco
La direttrice generale ha anche evidenziato l’esposizione delle criptovalute come Bitcoin ad usi illeciti, come il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Inoltre, Scotti ha sottolineato che i possessori di queste criptovalute non possono contare sulla possibilità di convertirle in moneta al valore nominale, a differenza delle ‘stablecoin’ emesse da soggetti vigilati o delle criptovalute legate a un paniere di valute o ad altre attività previste dalle normative europee.
Una prospettiva critica sul futuro delle criptovalute
Le parole di Chiara Scotti rappresentano un’ulteriore voce critica nei confronti delle criptovalute, che da tempo sono oggetto di dibattito e controversie. La Banca d’Italia, come altre istituzioni finanziarie internazionali, si mostra preoccupata per la mancanza di regolamentazione e la facilità con cui queste attività possono essere utilizzate per scopi illeciti. Tuttavia, è importante ricordare che il mondo delle criptovalute è in continua evoluzione, e nuove tecnologie e regolamentazioni potrebbero emergere in futuro, modificando il panorama attuale.