Un bilancio drammatico: 263 omicidi nel 2023
Dall’inizio dell’anno, in Italia, si sono registrati 263 omicidi, con 96 vittime donne. Di queste, 82 sono state uccise in contesti familiari o affettivi, e ben 51 per mano del partner o dell’ex partner. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presentando la campagna ‘Nessuna scusa’ alla Luiss, ha sottolineato come la violenza sulle donne sia un’emergenza che richiede un’azione decisa e un messaggio chiaro e coraggioso. “Il nostro Paese si deve fare promotore di un messaggio inequivocabile e coraggioso: la violenza sulle donne continua ad essere un’emergenza da contrastare con ogni possibile soluzione”, ha affermato Piantedosi.
Braccialetti elettronici: criticità e soluzioni
Al 15 novembre, sono attivi 10.458 braccialetti elettronici, di cui 4.677 per l’antistalking. Il ministro ha riconosciuto che la gestione di un numero così elevato di dispositivi pone sfide importanti alle Forze di polizia e ha evidenziato alcune criticità nel sistema di monitoraggio. “È chiaro che la gestione di un quantitativo così elevato di braccialetti impegna particolarmente le Forze di polizia ed ha messo in luce alcune indubbie criticità nel sistema di monitoraggio”, ha affermato Piantedosi, annunciando una riunione a Palazzo Chigi per approfondire la questione. Il ministro ha evidenziato come l’Italia si trovi ad affrontare un problema di dimensioni notevoli, con un numero di braccialetti attivi molto superiore rispetto ad altri Paesi, come la Francia, dove a luglio erano attivi solo 984 dispositivi. Il ricorso al braccialetto elettronico ha portato all’arresto di 46 persone solo nel mese di ottobre, l’ultimo arresto è avvenuto proprio la notte precedente la presentazione del ministro. Per superare le difficoltà tecniche, il Viminale ha istituito un Gruppo di lavoro interforze che coinvolge anche il ministero della giustizia e la società fornitrice del servizio. Il gruppo sta lavorando su soluzioni tecniche per migliorare la connessione di rete, i tempi di attivazione e la gestione degli allarmi, garantendo un intervento tempestivo delle Forze di polizia in caso di rischio o pericolo. “Stiamo lavorando su soluzioni tecniche riguardo al tema della connessione di rete, dei tempi di attivazione e della gestione degli allarmi che pervengono alle Sale operative per fare in modo che le Forze di polizia possano intervenire tempestivamente rispetto a ogni situazione di rischio o pericolo a beneficio delle potenziali vittime”, ha spiegato Piantedosi.
L’adeguatezza del braccialetto elettronico
Il ministro ha sottolineato come il braccialetto elettronico, pur essendo uno strumento utile, lasci il soggetto monitorato in una condizione di generale libertà. “La misura, ha osservato, “lascia comunque nella condizione di generale libertà il soggetto cui è applicata. Si pone, quindi, innanzitutto un problema di adeguatezza della misura ai profili di rischio e di allarme sociale accertati in concreto, che potrebbero rendere necessaria l’adozione di una misura diversa, anche più grave.”. Per garantire la priorità alla sicurezza delle vittime, è stata condivisa con il ministero della Giustizia l’esigenza di valutare, caso per caso, non solo la funzionalità tecnica del braccialetto elettronico, ma anche la sua idoneità, tenendo conto delle caratteristiche dei luoghi interessati dal monitoraggio, per rafforzare la capacità difensiva del tracciamento di prossimità e prevenire contatti potenzialmente pericolosi. “Ecco perché, al fine di dare sempre e comunque la priorità alla sicurezza delle vittime o delle persone in pericolo, è stata condivisa con il ministero della Giustizia l’esigenza di valutare, caso per caso, non solo la funzionalità tecnica del braccialetto elettronico ma anche l’idoneità dello stesso (ad esempio per le caratteristiche dei luoghi interessati dal monitoraggio), a rafforzare realmente la capacità difensiva del tracciamento di prossimità, prevenendo quei contatti che potrebbero essere prodromici a condotte criminose”, ha concluso Piantedosi.
Un problema complesso che richiede soluzioni integrate
La violenza sulle donne è un problema complesso che richiede un approccio multiforme. I dati presentati dal ministro Piantedosi evidenziano l’urgenza di azioni concrete per contrastare questa emergenza. Il braccialetto elettronico è uno strumento utile, ma non può essere l’unica soluzione. È necessario investire in campagne di sensibilizzazione, in servizi di supporto alle vittime e in una maggiore attenzione alla prevenzione. La collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e società civile è fondamentale per costruire una società più sicura per le donne.