I mercati tremano per l’escalation del conflitto
L’escalation del conflitto in Ucraina, con il primo attacco missilistico a lungo raggio da parte di Kiev e la minaccia nucleare del Cremlino, ha gettato un’ombra pesante sui mercati finanziari. La paura di un’ulteriore intensificazione del conflitto ha scatenato un’ondata di vendite, con le principali piazze finanziarie europee che hanno registrato pesanti perdite. Milano è stata la più colpita, con il Ftse Mib che ha lasciato l’1,9% dopo aver toccato un calo del 2,4%. Il freno è arrivato dalle banche e dagli industriali, che hanno subito forti vendite. Lo stoxx 600, l’indice d’area del Vecchio Continente, ha ceduto quasi un punto percentuale. Tra le altre piazze, Francoforte ha perso l’1%, Parigi l’1,1% e Madrid l’1,46%. Londra, invece, ha limitato la flessione allo 0,37%. Anche Wall Street si aspetta un’apertura negativa.
Spread Btp-Bund e materie prime
Lo spread tra Btp e Bund si è mantenuto nell’area dei 122 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,55%. Sul fronte delle materie prime, il gas è tornato in negativo, con i Ttf che hanno ceduto ad Amsterdam lo 0,64% a 46,59 euro. Il petrolio Wti ha perso lo 0,5% a 68,8 dollari, mentre il Brent ha recuperato i 73 dollari (-0,3%). L’euro ha continuato a indebolirsi sul dollaro, scambiando a 1,0568.
L’incertezza del futuro
La situazione in Ucraina è estremamente volatile e l’incertezza regna sovrana. Le minacce nucleari del Cremlino e l’escalation del conflitto rappresentano un serio pericolo per la stabilità globale. Il mercato finanziario, come sempre, riflette questa incertezza, con le Borse che reagiscono in modo nervoso alle ultime notizie. È difficile prevedere come si evolverà la situazione nei prossimi giorni e settimane. La speranza è che le parti in causa trovino una soluzione diplomatica per evitare una catastrofe.