Un prequel che celebra l’amicizia e la memoria
Daniel Pennac, l’amato autore della saga dei Malaussène, torna con un nuovo romanzo intitolato “Il mio assassino”, edito da Feltrinelli. Il libro, che sarà presentato domani a Milano nell’evento di chiusura di Bookcity al teatro Franco Parenti, si configura come un prequel della celebre serie, narrando le prime avventure di Nonnino, il futuro malfattore di “Capolinea Malaussène”.
In un’intervista con l’ANSA, Pennac ha rivelato che il libro è un’ode all’amicizia, un’esplorazione del legame profondo che lo ha unito ai personaggi che hanno popolato la sua immaginazione. “Scrivendolo, mi sono accorto che avevo usato quasi tutti i miei amici nei Malaussène, facendoli diventare dei personaggi”, ha confessato lo scrittore.
Pennac ha deciso di rivelare le identità reali delle persone che hanno ispirato i suoi personaggi, un atto di omaggio e di nostalgia per le persone che hanno arricchito la sua vita e che, per la maggior parte, non ci sono più. “Mi mancano. La maggior parte di quelle persone è morta. E ne ho nostalgia. Ho quindi deciso di passare un po’ di tempo con loro, di passare dei momenti aggiuntivi con loro, rispetto a quelli che la vita ci ha dato”, ha spiegato l’autore.
Nonnino: un giovane criminale in erba
Il romanzo segue Nonnino, un ragazzo di quattordici anni che si affaccia al mondo del crimine con il suo primo colpo, dando inizio a una brillante carriera di ricattatore. Pennac, con la sua consueta maestria, intreccia invenzione letteraria e autobiografia, svelando il suo processo creativo e le sue fonti di ispirazione.
Il libro non solo racconta le gesta di Nonnino, ma offre uno sguardo privilegiato sul mondo dei Malaussène, un gruppo di personaggi stravaganti e affascinanti che hanno conquistato il cuore dei lettori di tutto il mondo. Al centro della saga, oltre alle avventure della strampalata famiglia, c’è il quartiere parigino di Belleville, luogo in cui Pennac ha vissuto dal 1969 e che continua a essere la sua casa.
Belleville: un microcosmo di vita e diversità
“Belleville è stato, in passato, un quartiere di piccole manifatture, di artigiani, di tornitori e fresatori, oggi tutto questo non c’è più”, racconta Pennac. “Ma era, già ai tempi, un quartiere internazionale, e lo è rimasto. Un quartiere che ospita tutte le popolazioni, tutte le etnie, tutte le religioni, tutte le cucine, persone di ogni età e ogni genere. Questo non è cambiato. Possiamo dire che quel quartiere è la vita stessa”.
Belleville, con la sua eterogeneità e la sua vitalità, diventa il palcoscenico perfetto per le storie di Pennac, un luogo in cui la diversità e l’inclusione sono celebrate e dove le persone, con le loro storie e le loro sfumature, si intrecciano in un grande mosaico di vita.
La scrittura di Pennac e la politica
L’edizione 2024 di Bookcity ha come tema “Guerra e pace”, ma Pennac non crede che la scrittura debba necessariamente assumere un ruolo politico in tempi di crisi. “La letteratura non “diventa”. È quello che è – sottolinea – anche in funzione dello spirito di un’epoca. Ma l’autore fa quello che vuole: se vuole scrivere un libro che sia l’eco diretta dello Zeitgeist, è libero di farlo”.
Pennac ribadisce la sua convinzione che la scrittura non debba essere vincolata a un’agenda politica, ma che la politica possa emergere dalle storie che si raccontano. “In “Il mio assassino” c’è un capitolo che è la descrizione precisa dello spirito dei nostri tempi. Ma il carattere politico di un romanzo dipende più che altro dai lettori e da come leggono il libro. Io non posso impedire a un lettore, consapevole dei pericoli del tempo in cui viviamo, di fare una lettura politica di un romanzo, anche quando non si tratta di un romanzo politico”.
Lo scrittore riconosce che la sua popolarità è legata alla saga dei Malaussène, ma sottolinea che “Il mio assassino” è un libro a sé stante, un’esplorazione dell’amicizia e di come questa possa alimentare la creazione di personaggi di finzione.
Un omaggio all’amicizia e alla memoria
“Il mio assassino” è un romanzo che celebra l’amicizia, la memoria e la capacità della scrittura di dare vita a personaggi che trascendono la realtà. Pennac, con la sua scrittura coinvolgente e ironica, ci guida in un viaggio emozionante nel mondo dei Malaussène, un mondo che ha saputo conquistare il cuore di milioni di lettori.
Il libro è un omaggio alle persone che hanno ispirato i suoi personaggi, un’esplorazione del legame profondo che unisce l’autore ai suoi personaggi e un’invito a riscoprire la bellezza e la potenza dell’amicizia.
Un ritorno alle origini e un omaggio all’amicizia
“Il mio assassino” rappresenta un ritorno alle origini per Pennac, un’occasione per rivisitare il mondo dei Malaussène e per celebrare l’amicizia come fonte di ispirazione per la creazione dei personaggi. La scelta di rivelare le identità reali delle persone che hanno ispirato i suoi personaggi è un gesto di grande sensibilità e di profondo rispetto per le persone che hanno arricchito la sua vita e che hanno contribuito alla sua crescita come scrittore.