L’allarme di La Russa: “Stiamo prendendo una china pericolosa”
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha espresso profonda preoccupazione per gli eventi di sabato a Torino, durante una manifestazione per la Palestina che ha visto 20 poliziotti feriti e diversi danni a monumenti. La Russa ha evocato la memoria di Sergio Ramelli, un 18enne del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da militanti di Avanguardia Operaia, per sottolineare la pericolosità della situazione attuale. “Dalla vicenda di Sergio Ramelli dovremmo trarre un concetto importantissimo. Attenzione, stiamo prendendo una china che assomiglia all’inizio di queste vicende”, ha affermato La Russa, lanciando un appello alla calma: “Abbassiamo i toni, fermiamo qualsiasi piccola escalation prima che possa essere troppo tardi.”
Nordio: “Intervento rapido ed efficace, la magistratura sia severa”
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha condiviso la preoccupazione di La Russa, ricordando le origini del terrorismo e la necessità di un intervento immediato e incisivo. “Ho visto come è nato il terrorismo, proprio anche a Torino: hanno iniziato così, prima si incita alla rivolta, poi si aggrediscono i poliziotti, poi si fa il gesto della P38 per strada e poi però si spara”, ha affermato Nordio. Il ministro ha sottolineato l’importanza di una risposta rapida e efficace da parte del governo, ma ha anche chiesto alla magistratura di dimostrare la massima severità nei confronti dei responsabili delle violenze. “L’intervento deve essere rapido, efficace. Da parte del governo lo è e lo sarà, però adesso sta alla magistratura dimostrare di essere molto, molto severa nei confronti di questi banditi che hanno ferito le forze dell’ordine.”
L’indagine sulla violenza a Torino: il ruolo di Askatasuna
La Digos di Torino sta lavorando per identificare i responsabili delle violenze che hanno portato al ferimento di 20 poliziotti e al danneggiamento di monumenti durante la manifestazione di sabato. Le indagini si concentrano sul centro sociale Askatasuna, che secondo gli investigatori avrebbe preso la testa del corteo, deviando il percorso e dirigendolo verso obiettivi come la prefettura, la sede della Rai e la Mole Antonelliana. In particolare, si indaga sulla capsula col fumo urticante che ha causato i danni maggiori ai poliziotti. Il corteo, a cui hanno partecipato circa 400 persone, ha violato le prescrizioni cambiando il percorso, aumentando la tensione con le forze dell’ordine.
La causa palestinese e il ruolo di Hannoun
La causa palestinese è stata identificata come un fattore determinante nell’escalation della violenza nelle manifestazioni. Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi d’Italia, è stato denunciato per istigazione a delinquere dopo aver espresso apprezzamento per l’attacco di alcuni giovani di Amsterdam ai tifosi del Maccabi. Hannoun è considerato dagli Stati Uniti un finanziatore di Hamas ed è da tempo sotto osservazione da parte dei servizi segreti e delle forze di polizia. La questura di Milano ha avviato la procedura per impedirgli di entrare in città. Hannoun ha assicurato che continuerà la sua lotta per il popolo palestinese, spostandosi in altre piazze.
Minacce e tutela per i ministri
Antonio Tajani ha ricevuto una lettera minatoria da un gruppo pro Palestina, mentre Anna Maria Bernini e Giuseppe Valditara sono da tempo oggetto di contestazione da parte dei movimenti studenteschi. Le autorità di pubblica sicurezza hanno disposto un incremento del dispositivo di scorta per questi tre ministri.
L’importanza di un dibattito civile
L’episodio di Torino mette in luce la delicatezza del dibattito pubblico, soprattutto su temi sensibili come il conflitto israelo-palestinese. È fondamentale che le manifestazioni si svolgano in modo pacifico e rispettoso, evitando la violenza e l’incitamento all’odio. La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitata in modo responsabile, senza ledere la sicurezza e l’incolumità delle persone.