L’Anm critica l’emendamento al decreto flussi
Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Giuseppe Santalucia, ha espresso forti critiche nei confronti di un emendamento al decreto flussi che vorrebbe spostare la competenza a decidere sulla convalida dei trattenimenti dalla Procura alla Corte d’Appello. In particolare, Santalucia ha definito la proposta “un’assurdità” che rischia di creare un grave sovraccarico di lavoro per un sistema giudiziario già in affanno, con conseguenze potenzialmente negative sul raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Il rischio di un sovraccarico per la Corte d’Appello
Secondo Santalucia, la Corte d’Appello, già gravata da importanti carichi di lavoro, non sarebbe in grado di gestire l’ulteriore onere derivante dalle procedure di convalida. Il presidente dell’Anm ha sottolineato come la proposta di spostare le competenze alla Corte d’Appello, e addirittura alle sue sezioni penali, non risponde a un principio di razionalità. La preoccupazione è che questo cambiamento possa portare a ritardi e inefficienze nell’amministrazione della giustizia, compromettendo la celerità dei processi e l’efficacia del sistema giudiziario.
L’impatto sulla giustizia e sul Pnrr
L’Anm ha espresso preoccupazione per le possibili conseguenze negative di questa proposta, sia per il sistema giudiziario in generale, sia per la possibilità di raggiungere gli obiettivi del Pnrr. Il rischio è che l’aumento del carico di lavoro per la Corte d’Appello possa rallentare l’iter dei processi e, di conseguenza, compromettere il raggiungimento degli obiettivi di efficienza e celerità previsti dal Pnrr. L’Anm ha sottolineato la necessità di un’analisi attenta e ponderata delle conseguenze di questo cambiamento, al fine di evitare che si creino ulteriori ostacoli al buon funzionamento della giustizia italiana.
Considerazioni personali
L’emendamento al decreto flussi, come descritto, sembra effettivamente presentare delle criticità. Il rischio di sovraccaricare la Corte d’Appello, già impegnata in altri processi, è reale e potrebbe avere conseguenze negative sull’efficienza del sistema giudiziario. La proposta non sembra basarsi su un’analisi attenta delle reali esigenze del sistema e potrebbe portare a un’ulteriore complicazione delle procedure. È importante che il legislatore tenga conto di queste criticità e valuti attentamente l’impatto di questa proposta prima di procedere con la sua attuazione.